E TUTTI GLI ALTRI?
Il piano di non battaglia enunciato ieri da Ulivieri va a sfidare una legge della fisica: prima o poi, ci cascano tutti. Alla sua prima in Italia, anno 2010, Rafa Benitez tenne botta sino al 24 ottobre, Inter-Sampdoria, poi lasciò la flemma in soffitta: "Un errore arbitrale ha cambiato tutto".
Così San Siro rimembrò di quando Mourinho, alla prima espulsione in A, 25 gennaio 2009, chiosava: "L'arbitro aveva paura a fischiare per noi". Problema: fossero solo loro... E i presidenti? L'ultima eruzione di Maurizio Zamparini risale al 21 dicembre scorso: "L'arbitro risiede a Ravenna, non lontano dalla casa del nostro allenatore Ballardini (ora ex, ndr) e per dimostrare di non esserne influenzato ha inconsciamente massacrato i diritti del Palermo". Uno in buona compagnia, il patron rosanero. Vedi l'Aldo Spinelli di qualche settimana fa: "Basta, esco dal calcio, gli arbitri mi nauseano". O l'Aurelio De Laurentiis del 28 ottobre 2009: "Gli arbitri soffrono sempre di sudditanza". O il Massimo Cellino del 7 febbraio 2011: "Si vede che i piagnistei sugli arbitri sortiscono effetto". E infine il Luciano Gaucci del Perugia che fu, correva il 2003: "Con quest'arbitro non vinciamo mai". Ambasciatore dei calciatori sbottati, il Kakha Kalazde che nel 2008 consegnò ai taccuini il seguente pensiero della buonanotte: "L'arbitro di oggi? È scarso, non capisce niente". E se il metodo-Ulivieri fosse esteso a tutti?
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