Di Francesco: «Quest'anno abbiamo sfatato tanti tabù, non vediamo l'ora di compiere l'impresa con la Roma»

Eusebio Di Francesco
di vanni zagnoli
5 Minuti di Lettura
Lunedì 1 Febbraio 2016, 16:46
Sassuolo (Modena) Nel distretto emiliano delle ceramiche è un lunedì come tanti, la seduta di rifinitura è a porte chiuse ma non cambierebbe molto, perchè la gente lavora e i tifosi sono rari, all’esterno dello stadio Ricci. Il Sassuolo ha vinto solo a San Siro con l’Inter, nelle ultime 7 gare e i punti sono stati solo 2, nelle 4 partite più recenti. L’atmosfera qui è sempre ovattata, Eusebio Di Francesco però dopo lo 0-2 con il Bologna garantiva che in passato qualche scontro all’interno dello spogliatoio c’è stato. “Mai però è stato reso pubblico, perchè i panni sporchi si lavano in famiglia”.
Mister, ha sbollito la rabbia per il gol regolare annullato a Berardi e il rigore inesistente concesso a Kurtic?
“Non abbiamo tempo di pensare a quello che è stato a Bergamo, guardiamo al presente. Giochiamo con la Roma, una partita molto delicata, da preparare nel modo giusto, senza crearci alibi, all’interno come all’esterno del gruppo”.
Con l’Atalanta si è rivista l’abituale brillantezza neroverde?
“L’approccio è stato ottimo, dobbiamo scegliere meglio quanto fare negli ultimi 20-25 metri, essere più determinati nell’attaccare la porta. La crescita fa parte del percorso di questi giovani, percepisco grande voglia, va mantenuta”.
Non vedeva l’ora che finisse il mercato…
“Anche perchè non c’è nulla da combinare, per il Sassuolo. Le trattative portano la testa altrove, sappiamo che infastidiscono: fanno parte del gioco, comunque io nella testa ho la Roma”.
All’Olimpico il Sassuolo andò due volte in vantaggio, accarezzando la vittoria, per il 2° anno di fila. Ora cosa si aspetta?
“Ci siamo avvicinati così tanto all’impresa che non vediamo l’ora di compierla. Ci auguriamo anzitutto una grande gara, con un grande atteggiamento e da lì partiremo per portare a casa come sempre i tre punti, pur sapendo che la Roma è fortissima”.
E’ l’unica squadra mai superata dai neroverdi, in questi 3 anni di serie A.
“L’idea e la speranza è di sfatare questo tabù. Quest’anno ne abbiamo spezzati diversi, giocheremo per quello, con il coltello fra i denti, cattivi, aggressivi dall’inizio”.
Sabato ha sorpreso, lanciando per la prima volta in stagione il romano Antei, al centro della difesa. Proseguirà nel turnover? 
“Tengo vivi i giornalisti e pure i calciatori, è l’obiettivo. Missiroli tornerà con il Palermo, è prematuro rischiarlo, domenica non ha fatto quasi nulla, nell’allenamento con la squadra. Non siamo all’ultima partita di campionato, decisiva, la logica impone di reinserirlo mercoledì”.
Quale è stato il problema della stagione romanista?
“Mi devo preoccupare molto della mia, fatico a pensare ai guai altrui. Certe situazioni vanno vissute all’interno, per comprenderle. Sono stato in quell’ambiente, giudicare da fuori è troppo facile. Hanno tutte le carte in regola per uscirne”.
Era indispensabile l’esonero di Garcia?
“Sono sempre un po’ dalla parte degli allenatori, in questo sono fazioso. Mi auguro sempre che ne vengano cacciati di meno, chi sta fuori magari spera nel contrario. Io che sono dentro mi auguro sempre di rimanerci il più possibile”.
Cos’è cambiato con Spalletti?
“Qualcosina. Tre partite non sono così significative, per avere  indicazioni, le qualità dei giallorossi sono risapute, tanti li conosciamo. Adesso attuano un sistema di gioco diverso, spesso diventa un 4-3-3 anomalo, partendo dai 5 dietro. I moduli variano, in movimento, e questo lo fa spesso anche la Roma”.
Che rapporto ha con il nuovo allenatore capitolino?
“Qualcuno scrive che non è buono, è il contrario. Lo conosco dai tempi di Empoli, perchè vive lì. Giocava nello Spezia, lo affrontai con i toscani, da calciatore, è una brava persona e un ottimo collega”.
El Shaarawy è il pericolo numero uno, adesso?
“La Roma ha diversi giocatori forti: Nainggolan e Pjanic, bravissimi negli inserimenti. Hanno segnato tanto nell’ultimo periodo e Miralem è il loro capocannoniere. In mezzo al campo è molto forte”.
Dzeko non è convocato…
“Cambierà l’atteggiamento della squadra. Con Totti daranno meno punti di riferimento, magari ci sarà meno attacco dell’area e più palleggio”.
Sta dalla parte di Zeman, sul capitano? Non dovrebbe prendere freddo in panchina?
“Ciascuno esprime ciò che vuole. L’allenatore lo vede tutti i giorni, io no, magari posso sentirlo, Francesco. Non so come si alleni, non è più un ragazzino, Spalletti ha grande esperienza e sa cosa fare”.
Salah è uscito tra i fischi, sabato. E’ un peccato, dopo la splendida stagione a Firenze.
“Resta un ottimo elemento, magari pecca in continuità. Come qualità individuali rimane di altissimo livello”.
Che Roma sarà, con Maicon al posto di Digne e magari Vanqueir in mezzo, per Keita?
“Dopo chiamo Spalletti e sento se mi dice la formazione… Chi gioca per me è indifferente, preparo prima di tutto la mia squadra, mi interessa guardarci dentro, poi qualcosa degli avversari”.
Dove può arrivare la Roma?
“Può riprendersi, ma a partire dal fine settimana”.
E il Sassuolo?
“Anche noi serve riprenderci, come risultati. Dal mio punto di vista facciamo grandissime cose, non dobbiamo accontentarci, vivere partita dopo partita senza porci limiti. Con questi presupposti potremo toglierci ancora grandi soddisfazioni”.
Il gioco non è in calo?
“No, solo come punti. Con il Bologna avevamo compiuto qualche passo indietro, anche dal lato fisico, le due componenti si legano, ma in generale a Bergamo ho rivisto la squadra cercare sempre quel che vuole. Vanno migliorati concetti di qualità”.
La tifoseria neroverde sarà sovrastata dai romanisti, come sempre?
“Ci siamo abituati. Ben vengano i tifosi avversari, danno lustro al Mapei stadium. Ci auguriamo possano vedere un bel Sassuolo”.
Ha mai conosciuto Pallotta e la proprietà americana?
“Nessuno di loro”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA