Paura per Dino Zoff: il mito del calcio ricoverato da oltre 20 giorni in clinica

Dino Zoff
di Gabriele De Bari
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Sabato 28 Novembre 2015, 08:49 - Ultimo aggiornamento: 19:51

Forza Mito, ce la farai anche stavolta. Dino Zoff, da oltre tre settimane, si trova ricoverato in una clinica romana, colpito da un problema neurovegativo, non meglio specificato, che gli procura serie difficoltà nel camminare. Dopo i primi momenti di paura la situazione è comunque sotto controllo e le condizioni danno segnali di lieve miglioramento.


Zoff, 73 anni, nato a Mariano del Friuli, è sempre stato una roccia, un uomo che ha lottato sin da ragazzino quando sognava di fare il portiere dell'Udinese, e in ogni momento della vita. Anche se questa si presenta come la battaglia più difficile, tutti sono convinti che la vincerà grazie alla sua indole di combattente di razza, alla sua tempra.


L'ICONA
Il mondo dello sport adesso tifa per uno dei simboli più belli e puliti dell'Italia. Zoff non rappresenta soltanto il calcio azzurro ma quello mondiale, per aver colorato la carriera di una serie di vittorie straordinarie culminata con la conquista della Coppa del Mondo 1982, quando aveva 42 anni e la fascia di capitano azzurro. Nell'iconografia calcistica è il personaggio più rappresentativo di sempre per aver lasciato tracce indelebili in ogni incarico assunto, per aver interpretato i ruoli con discrezione, personalità e stile.

Da calciatore, da allenatore, da ct della Nazionale e da presidente di società. Soltanto la Federcalcio si è colpevolmente dimenticata di lui, persona seria e schietta, che nella sua carriera mai ha accettato il compromesso. Forse per questo la sua figura si è stagliata al di sopra degli altri, al di sopra di tutti. Un campione che non ha voluto mai barattare la dignità, il rigore morale, le regole della vita, anche a costo di rassegnare le dimissioni. Un esempio. E anche adesso combatte con tutto se stesso per uscire dal dramma e tornare a nuotare in piscina.

LA SFIDA
Dino Zoff sta lottando in clinica romana con lo stesso spirito con il quale ha sempre affrontato gli impegni agonistici. Uno spirito che l'ha contraddistinto in ogni società per la quale ha difeso i colori. L'amletico, schivo e laconico friulano ha sempre fatto parlare i fatti, il campo, i comportamenti, i successi. Mai un gesto, né una parola fuori luogo. Ora gli mancano il nuoto, il golf, il tennis che ha sempre praticato al circolo dov'è iscritto da tanti anni. Anche dopo aver lasciato il calcio, il grande campione, infatti, ha finora continuato a fare sport: lo fa sentire in forma e giovanile, quasi a esorcizzare il tempo che scorre inesorabile. Non ha mai saputo stare senza. Per chi vive di sport diventa un'esigenza quotidiana.

E, nelle pause, si è anche scoperto scrittore, nel raccontare una carriera inimitabile, nella quale ha saputo affrontare e superare anche cadute rovinose: la Coppa Campioni persa con l'Amburgo ad Atene, il deludente Mondiale argentino del 1978. La sua vita è uno scrigno di aneddoti, ricordi, episodi indimenticabili che pullulano nella memoria di tutti. Comunque un rivolo nel fiume di gloria di un campione infinito.

L'AFFETTO
La storica parata su Oscar, di certo non la più difficile ma la più importante della storia azzurra, è la fotografia che brilla negli occhi degli sportivi. Adesso la sfida di Superdino è ancora più dura e complicata ma, anche in questa occasione, potrà contare sul sostegno e l'affetto di un Paese intero, che gli sta vicino in questo momento difficile. Anche quelli che non amano il calcio, perché il Mito ha saputo conquistarsi la simpatia e la stima di intere generazioni. Zoff non è soltanto il portiere che ha fatto battere milioni di cuori, nella magica finale del Mondiale spagnolo.

Se è vero che, per ritrovare il gusto del sorriso, qualche volta, bisogna anche piangere, Zoff ha cominciato la fase del recupero: non sarà semplice ma riuscirà a venirne a capo e regalarci ancora quel sorriso schivo ma sereno e accattivante. Il tempo dell'uomo è flessibile e denso come un sogno: quello degli italiani è vedere il Mito fuori dal tunnel. Forza Superdino: vincerai ancora, tutto lo sport ti è vicino.

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