Dal sabato pomeriggio al monday night: la serie A in tv ha più diritti che doveri

Dal sabato pomeriggio al monday night: la serie A in tv ha più diritti che doveri
di Gianluca Cordella
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Sabato 27 Maggio 2017, 07:30
Nostalgici di tutto il mondo, parlate adesso o rassegnatevi a tacere per sempre. Ben sapendo che anche il parlare non avrà altro effetto se non quello di farvi sfogare un minimo. Lo show deve andare avanti, lo cantavano i Queen in tempi non sospetti e negli anni lo hanno imparato un po’ tutti. Se siete cresciuti con Paolo Valenti che dava la linea a Tonino Carino da Ascoli e poi a Luigi Necco, circondato al San Paolo dalla solita folla di bambini e tifosi del Napoli, preparatevi ad assorbire il colpo. Voi, paladini della contemporaneità del fischio d’inizio, difensori del «che bello quando le partite si giocavano tutte le domenica pomeriggio», siete stati sconfitti dalla storia e dai media. Avete salutato con sospetto il posticipo domenicale delle 20.45, pensando - a ragione - che negli anni avrebbe portato anche agli anticipi del sabato. Il lunch match della domenica, forse, era già al di là di ciò che avreste mai voluto accettare. Ma lo avete fatto. Ora, l’evoluzione del calcio e quella della tv vengono sfacciatamente sottobraccio a chiedervi un ulteriore sacrificio. Avete presente quei cinque slot orari che tra sabato e domenica diluiscono la vostra passione in dosi di 90 minuti? Be’, da qui a un paio di stagioni diventeranno otto. Facendovi passare la fame di pallone con piccoli bocconi che inizierete a masticare alle 15 del sabato e finirete con il digerire il lunedì sera, dopo che sarà calato il sipario sul Monday Night delle 20.30. Che fa tanto Premier League. Pure non potendo dire lo stesso diSpal-Cagliari.

LO SPEZZATINO È SERVITO
Nel mezzo ci sarà anche una merenda domenicale con fischio d’inizio alle 18. E i match serali - tutti, dal sabato al lunedì - cominceranno alle 20.30 anziché alle 20.45. Ricapitolando: sabato si gioca alle 15, alle 18 e alle 20.30. Domenica alle 12.30, tre gare alle 15, una alle 18 e una alle 20.30. Lunedì si chiude il turno alle 20.30. Lo spezzatino dunque è servito. Nel senso di servito in tavola. Se sarà servito anche al calcio sarà il tempo a dirlo. Il presupposto è nobile, dare il maggiore risalto possibile a tutte le gare. Ma la serie A che si chiude nel weekend si è segnalata per l’elevatissimo numero di match con alcuna posta in palio e, di conseguenza, con un tasso di adrenalina simile a quello registrato mettendo in ordine il proprio cassetto dei calzini. Ricordiamo il caso di Empoli-Chievo: in settemila allo stadio, in 4.800 alla tv. Un sorpasso impensabile in uno qualsiasi degli altri maggiori campionati continentali.

LA RIVOLUZIONE PUÒ ATTENDERE
Intanto ci sarà un’altra stagione da godersi con le vecchie usanze. La rivoluzione è legata al prossimo bando per i diritti tv che riguarda il triennio 2018-2021. Bando che dovrà anche stabilire se gli attuali abbonati a Sky e Mediaset Premium saranno costretti a guardarsi intorno. La Lega serie A ha predisposto cinque pacchetti base, più sette opzionali (per il contorno, dalle riprese negli spogliatoi alle interviste pre, post e nell’intervallo del match). Nessuno di questi basta da solo per avere l’esclusiva sulla programmazione. Il pacchetto più ricco, quello D, valore minimo 400 milioni, copre le gare di 12 squadre (fra cui Roma, Lazio, Fiorentina e Torino) sia per il satellite che per il digitale terrestre. I pacchetti A (satellitare) e B (digitale terrestre) includono invece le gare delle 8 squadre rimanenti (tra cui Juventus, Napoli, Milan e Inter). Per entrambi si parte da 200 milioni. A far saltare il banco potrebbero essere però i pacchetti C1 e C2 che riguardano esclusivamente lo streaming su internet (con l’assortimento delle squadre mescolato rispetto alla divisione dei pacchetti tv). In sostanza potrebbe spuntare un operatore terzo, Tim ad esempio, in grado di inserirsi sul mercato con una produzione streaming esclusiva che vada a colpire il lavoro fatto sul mobile dai due colossi del calcio con Sky Go e Premium Play. La Lega, da tutto ciò, conta di incassare almeno un miliardo a stagione. La scenario reale e definitivo si scoprirà all’apertura delle buste con le offerte, il 10 giugno. Una cosa è certa: scordatevi per sempre la cara vecchia contemporaneità della domenica pomeriggio che fu.
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