Germania-Italia, imprevedibilità dell'attacco: azzurri, la sostanza c’è ma la fantasia scarseggia

Thomas Mueller e Graziano Pellè
di Ugo Trani
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Venerdì 1 Luglio 2016, 02:14
dal nostro inviato
MONTPELLIER La Germania davanti fa paura. Perché lì ha la forza nel talentoo e nell’intercambiabilità dei suoi interpreti. E perché, dopo l’addio di Klose che è stato il centravanti di riferimento per 14 anni e 137 partite (e 71 gol), adesso il sistema di gioco di Loew riesce tranquillamente a essere efficace sia con il falso nuove che con la prima punta. In questo torneo, tra l’altro, ha ritrovato anche Gomez che, con 2 reti, è il miglior realizzatore tra i tedeschi. L’alternativa è Goetze, anche se ormai i senatori si sono convinti che sia meglio giocare con l’attaccante di peso, più utile per gli inserimenti di chi arriva da dietro.

PIÙ SOLUZIONI
Ma se Gomez fa il centravanti e basta, sono le caratteristiche di chi parte dietro di lui preoccupare l’Italia. Mueller e Ozil, ad esempio, si scambiano spesso la posizione. Il primo parte a destra e l’altro da trequartista. Ma sono ruoli che nessuno dei due occupa a prescindere. L’effetto a sorpresa porta Mueller a partire dietro a Gomez, o addirittura a ritrovarsi prima punta quando c’è in campo Goetze, mentre Ozil, quando non trova spazio centralmente si sposta sul lato destro.  La sintonia tra i due permette giocate veloci, improvvise è mai banali. Sulla corsia sinistra, sempre cercando di accentrarsi, c’è Draxler, pure lui poco rintracciabile nella stessa zona del campo. L’attacco di Loew, insomma, conta sull’imprevedibilità e sull’abbondanza.

MENO INVENTIVA
L’Italia davanti è più di sostanza che di qualità. Pellè, 2 gol all’Europeo come Gomez, fa il titolare perché aiuta i compagni giocando di sponda. Conte riesce sempre ad avere il meglio da lui. Che, tra l’altro, spreca pochi palloni durante il Match. In più è entrato in forma proprio durante la competizione. Lo stesso Eder, suo il gol per la vittoria contro la Svezia, è stato promosso per i suoi movimenti che spesso sorprendono gli avversari. E’ l’allievo preferito di Conte. Che, dopo aver fatto diversi esperimenti in attacco, ha promosso questa coppia, lasciando in panchina Immobile e Zaza, il tandem con cui iniziò la sua gestione tecnica. Le due punte di scorta, però, sono state penalizzate anche dalle cifre che le hanno accompagnate qui: non segnato in azzurro dal settembre 2014. In corsa l’uomo in più è Insigne. Che, geniale e scattante, ha sempre la giocata pronta.
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