Germania-Italia, le nostre certezze difensive: un rebus in ogni gara, che croce per i tedeschi

Joshua Kimmich e Leonardo Bonucci
di Ugo Trani
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Venerdì 1 Luglio 2016, 02:12 - Ultimo aggiornamento: 02:13
dal nostro inviato
MONTPELLIER «Parto dalla mia unica certezza». Conte fu chiaro già all’inizio dell’avventura, nei primi giorni di ritiro a Coverciano. Scelse il 3-5-2, il sistema di gioco con cui ha vinto tre scudetti di fila nella Juve e con cui cominciò il suo biennio sulla panchina azzurra, proprio per l’affidabilità del trio difensivo: Barzagli, Bonucci e Chiellini. Nemmeno la Germania ne ha tre così esperti e affiatati. Il ct, per andare sul sicuro, ha convocato pure Ogbonna che conosce bene e che ha già lavorato con i tre titolari nella Juve. L’Italia dell’Europeo, insomma, è stata fondata sul blocco Juve. Che, all’occorrenza, ha due rinforzi già collaudati: Darmian, schierato quando è servito, sul centro destra, è appunto Ogbonna. Non è stato necessario portare altri difensori: nell’emergenza avrebbero fatto un passo indietro De Rossi o Thiago Motta, entrambi capaci di giocare in mezzo, dove il regista difensivo lo fa Bonucci.

SCELTA RIDOTTA
La Germania, fin qui, non ha preso gol. L’Italia ne ha incassato solo uno nelle ultime 6 gare, le 4 dell’Europeo e le 2 amichevoli contro la Scozia e la Finlandia prima di venire qui. Loew, però, non è messo bene come il suo collega. Perché, a destra, ha già cambiato il terzino: deluso da Howedes, dopo le prime due partite contro l’Ucraina e la Polonia ha promosso il giovane Kimmich che è stato titolare nelle ultime due contro l’Irlanda del Nord e la Slovacchia. Se al centro la coppia di centrali Boateng e Hummels è più che affidabile, non si può dire la stessa cosa dei due interpreti sulle corsie laterali. Kimmich, classe ‘95, è più centrocampista che difensore. E dietro, quando deve giocare, preferisce stare in mezzo più che sulla fascia.  Se la Germania dovesse passare dalla linea a quattro alla difesa tre si troverebbe sicuramente più a suo agio. Discorso simile anche a sinistra, dove Hector ha qualità e fisico. Ma tutto è meno che un terzino di ruolo. Sembra un esterno offensivo. Conte, ad esempio, lo piazzerebbe largo nel centro campo a cinque. Sui lati, insomma, i campioni del mondo possono essere vulnerabili. Lì vanno attaccati, anche perché spesso si fanno trovare scoperti e in questo senso anche il centrocampo aiuta poco.

NUMERI UNO
Neuer e Buffon arricchiscono la Grande Sfida di Bordeaux. Il tedesco, anche se a volte esagera nel sentirsi supereroe, resta al momento il più bravo del pianeta. Il capitano azzurro, invece, rimane al top anche a 38 anni e avrà fatto ricredere chi, come Beckenbauer, lo avrebbe già voluto in pensione. Entrambi arrivano al Match imbattuti: l’unica rete dell’Italia, a Lilla contro l’Irlanda, l’ha incassata Sirigu.

 
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