Italia attenta, la Germania ti copia: difesa in stile Conte e partita a scacchi in ogni angolo di campo

Antonio Conte e Joachim Loew
di Ugo Trani
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Venerdì 1 Luglio 2016, 10:10 - Ultimo aggiornamento: 15:20

dal nostro inviato
MONTPELLIER Li avrebbero pizzicati, in due, su una collina, con una telecamera a filmare i calci piazzati. Ma almeno il blitz, nell’Alta Savoia, è stato utile: Conte ha inviato un paio di uomini di fiducia a spiare gli addestramenti dei tedeschi a Evian, dove è in ritiro la Germania campione del mondo, e ha ricevuto qualche informazione preziosa. Loew sta provando anche la difesa tre, mai utilizzata fin qui nell’Europeo. La usò, a sorpresa, il 29 marzo scorso all’Allianz Arena, per specchiarsi nell’Italia che, nella circostanza, si presentò con il 3-4-3. Bastò un allenamento per adeguarsi al sistema di gioco degli azzurri. E l’intuizione del ct tedesco risultò decisiva: nell’uno contro uno, come scelse di giocarsi l’amichevole di Monaco, non ci fu storia. E quindi partita: 4 a 1 e primo successo dopo quasi 21 anni (in Svizzera, nel giugno 1995, con Sacchi in panchina). La possibile nuova virata è per concedere il bis.
 
Loew è più preparato tatticamente di Wilmots e di del Bosque, cioè dei ct del Belgio e della Spagna rimasti intrappolati nella tela dello stratega Conte. Avrebbero dovuto spingere fuori la Nazionale dall’Europeo. E, invece, hanno fatto entrambi cilecca. Loew è bravo, e anche svelto, a cambiare, abbandonando il 4-2-3-1 spregiudicato. Magari per copiare ancora il modulo azzurro, convinto che la superiorità dei singoli farà anche a Bordeaux la differenza. La Germania, pur contando sulla capacità di leggere le partite del suo ct, teme l’Italia. Che ha inciso sulla storia recente della nazionale tedesca, determinando l’addio di Klinsmann dopo il ko nella semifinale del mondiale 2006 a Dortmund e l’atteggiamento sempre e comunque propositivo (non più passivo) dopo la sconfitta nella seminiate dell’Europeo 2012 a Varsavia. Oggi sono campioni del mondo, ma adesso gli azzurri sono tornati. Equilibrati e organizzati. Dunque, pericolosi. Anche senza Balotelli che firmò l’ultimo successo, in Polonia, il 28 giugno di 4 anni fa.

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