Euro 2016, anche Fiorello spinge per Insigne: in panchina con Conte e titolare con Sarri

Lorenzo Insigne
di Alessandro Angeloni
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Giovedì 23 Giugno 2016, 21:10 - Ultimo aggiornamento: 21:25
MONTPELLIER
Poteva bastare un attimo in più o un palo in meno, e Lorenzo stava per diventare Grande. Quella serpentina del napoletano contro l'Irlanda nella notte di Lilla, a pochi minuti dalla fine e quando ancora si era sullo zero a zero, ha riproposto il solito vecchio refrain: ma perché Insigne gioca così poco in Nazionale? La risposta è facile, ma dipende da come si guarda il mondo. Maurizio Sarri, tecnico del napoli, considera Lorenzo uno straordinario attaccante da 4-3-3. Forte del dribbling, bravo nell'accentrarsi, abile negli assist e nella facilità di andare in porta. Lui è uno di quelli, infatti, che ha contribuito di più a portare il Napoli al secondo posto, quello della Champions League. Antonio Conte, invece, che il 4-3-3 lo ha accantonato dopo gli infortuni di Verratti e Marchisio, considera Lorenzo un ottimo calciatore «utile quando la situazione diventa complicata». Non adatto, dunque, a giocare nel 3-5-2.

LE DUE FACCE Due modi diversi di guardare il calcio applicato sullo stesso calciatore. Nella Nazionale, Lorenzo ha trovato poco spazio, solo i minuti finali contro l'Irlanda, al posto del suo gemello Ciro Immobile. Con Conte ha segnato due gol ma senza mai diventare davvero una colonna azzurra. Molti maligni pensano che la situazione sia peggiorata a pochi mesi dall'Europeo, quando Lorenzo ha marcato visita ed è tornato a casa, lasciando il ritiro e i dubbi al ct. Conte non avrebbe preso bene quel comportamento, facendo capire che la Nazionale deve portare passione nei calciatori e quindi attaccamento alla maglia. Ovvero, chi dà sempre/spesso la precedenza al club, non va bene. Vai a capire se veramente sia andata così, se davvero Insigne all'epoca abbia fatto una scelta "sbagliata". In ogni caso Conte non serba rancore più di tanto e, a parte qualche esclusione, all'Europeo lo ha portato e per adesso Lorenzo sta facendo le veci di Giovinco. Qui non fa l'esterno né la seconda punta, il ct vuole che agisca tra le linee, da trequartista, che poi era il suo ruolo in origine, prima di incontrare Zeman a Pescara. Ora arriva la fase ad eliminazione diretta, c'è la Spagna negli ottavi, e Insigne rischia di fermarsi a quel palo colpito contro l'Irlanda, perché le scelte di Conte sembra vadano dalla solita direzione. Ma quella giocata dell'altra sera a Lilla avrebbe potuto cambiare la sua storia e quella della Nazionale. L'impressione, invece, è che lunedì possa risedersi ancora in panchina, sempre con la voglia e i mezzi tecnici per diventare un eroe in azzurro. L'entourage del napoletano racconta di un ragazzo sereno e a piena disposizione di Conte. Così è.

METTI A INSIGNE Ai tempi di Donadoni, della Nazionale del 2006/2008, a Bari c'era qualcuno che invitava il ct a inserire Cassano. «Metti a Cassano». Già all'epoca il web era complice, e quel grido «metti a Cassano» era diventato subito un tormentone. Da Bari a Milano, tutti invocavano l'ingresso del genio di Bari Vecchia. E puntualmente Cassano entrava e cambiava la partita. Oggi si ripete la stessa cosa con Insigne. Fiorello è stato il portabandiera del nuovo tormentone su Lorenzino. «Ma perché questo ragazzo deve stare in panchina», si chiedeva lo show man durante Italia-Irlanda.
Insigne entra, palo. E ancora Fiorello: «finalmente ci ha dato retta». Ma non solo Fiorello, da Napoli arriva il grido di una città che non sopporta di vederlo in panchina. Contro la Spagna tutti sperano possa andare in campo, anche perché proprio contro le Furie Rosse, l'attaccante aveva segnato la rete del vantaggio (partita poi finita 1-1 il 24 marzo scorso). A Napoli - al di là di come andrà l'avventura qui in Francia - lo aspettano a braccia a perte, pronti a rinnovargli il contratto. A prescindere. Sia che diventi un eroe sia se si fermi a guardare i compagni giocare, vincere o perdere. Perché Insigne è un figlio di Napoli, della Nazionale ancora no.
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