La Roma sempre più a picco: 0-3 dalla Fiorentina e addio anche all'Europa

roma fiorentina
di Ugo Trani
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Giovedì 19 Marzo 2015, 16:13 - Ultimo aggiornamento: 21 Marzo, 08:34

La Curva Sud ha scelto: sta con Garcia. La presa di posizione è rivolta ai giocatori e soprattutto ai dirigenti. Inutile cambiare sempre il tecnico. Troppo facile. Anche perché per vincere servono i campioni. Che la Roma, ormai se ne saranno accorti tutti, non ha. A parte ovviamente Totti che, rimasto in panchina contro la Fiorentina, è a fine carriera. Il messaggio dei tifosi giallorossi, dunque, vale per il presente e per il futuro. Oggi il desinatario è il gruppo. Da ora in poi non avrà più alibi: sudore in allenamento e fedeltà all'allenatore. Solo così si potrà difendere il secondo posto dall'attacco della Lazio. Domani, invece, tocca alla proprietà. Che, per essere competivi in Italia e in Europa, dovrà investire su interpreti che facciano al differenza. Fin qui sono spesso stati ceduti i migliori (Marquinhos e Benatia) e accolti, a volte pure a caro prezzo, addirittura i peggiori (vecchi, usurati o sopravvalutati: da Cole a Iturbe, la collezione completa è nell'almanacco Panini).

FUORI DA TUTTO

La Roma, uscendo anche dall'Europa League, fallisce anche il suo quarto obiettivo stagionale, dopo l'addio alla Champions, alla Coppa Italia e alla corsa scudetto. Il 3 a 0 della Fiorentina di Montella, l'ex scartato a Trigoria con motivazioni ridicole (fortunato; e presuntuoso, lui...), ha bocciato definitivamente il progetto giallorosso. Con 3 gol nei primi 22 minuti. Nemmeno il Bayern, la sera dell'umiliante 7 a 1, era arrivato a tanto (3 reti in 25 minuti).

PIAZZA PULITA

E' il momento della rifondazione, a prescindere dal piazzamento finale in campionato (entrare direttamente in Champions ovviamente aiuta). Ripartendo però da zero. Con nuovi giocatori e altri dirigenti. Perché non basta solo il centravanti. Servono calciatori completi per tutti i ruoli e manager più preparati. Perché è inammissibile che i tre rinforzi del mercato di gennaio non siano scesi sul terreno dell'Olimpico per la gara contro la Fiorentina: niente panchina per Spolli e Doumbia, non convocato Ibarbo. Salah, invece, a dare spettacolo in campo.

Ugo Trani

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La cronaca (a cura della redazione)

Una Roma inguardabile si fa travolgere 0-3 dalla Fiorentina all'Olimpico e saluta anche l'Europa League, ultimo obiettivo stagionale dei giallorossi. La squadra di Garcia, che partiva forte dell'1-1 conquistato al Franchi, sbaglia tutto sin dai primi minuti e regala tre gol ai viola nei primi venti minuti. Holebas fa uno stupido fallo in area su Mati regalando a Rodriguez il rigore del vantaggio. Poco dopo Skorupski, nello sciagurato tentativo di evitare un calcio d'angolo, regala palla ad Alonso per il raddoppio. E, qualche minuto dopo, sugli sviluppi di un calcio d'angolo, la difesa si dimentica di Basanta che salta da solo in mezzo all'area di rigore e fa 3-0. La gara non ha più senso. Alla Roma servirebbero quattro gol per passare il turno, un'utopia in un periodo in cui la squadra fatica anche a segnarne uno soltanto.

Esplode la contestazione dei tifosi che abbandonano lo stadio.

Nella ripresa la squadra di Garcia prova a salvare almeno l'onore rendendo meno amaro il risultato ma le occasioni migliori capitano ancora alla Fiorentina. Ironia della sorte, con Salah, l'obiettivo a lungo inseguito dalla Roma, prima che Sabatini virasse su Doumbia. L'egiziano va via due volte in velocità e batte Skorupski in entrambi i casi: ma prima la traversa e poi il palo gli negano la gioia del gol. Nel finale saltano i nervi all'ex Ljajic che si becca il rosso a certificare una doppia sfida per lui disastrosa anche a livello personale dopo il rigore sbagliato al Franchi all'andata. E, come se non bastasse, Garcia deve registrare anche gli infortuni di Keita e Yanga Mbiwa, che potrebbero azzoppare ancora di più la squadra nella battaglia per un piazzamento in Champions. Finisce con la contestazione dei tifosi, questa volta, sì, inevitabile. Ai quarti di Europa League ci va una bellissima Fiorentina. Bravo Montella. All'Olimpico restano solo i fischi.

LA CRONACA