Figc, le affinità elettive: ​Tommasi l’ago della bilancia

Figc, le affinità elettive: Tommasi l’ago della bilancia
di Alberto Abbate
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Sabato 20 Gennaio 2018, 10:00
La rivoluzione è nel peso che ha e avrà Tommasi: chi gli offre di più? A nove giorni dalle elezioni è lui l’ago della bilancia nella corsa alla presidenza Figc. O forse lo è più il fantasma di Lotito, che aleggia in ogni discorso: proprio l’ex giocatore della Roma vuole subito scacciarlo. Dopo l’incontro con Gravina e un’eventuale sinergia in chiave antilotitiana sotto la regia del ministro Lotti e di Ulivieri, ecco il confronto del presidente dell’Associazione italiana calciatori con Sibilia, che per primo lo aveva cercato e per ultimo potrebbe ritrovarlo. Faccia a faccia ieri di due ore nella capitale e nuove prove d’accordo insieme alle rassicurazioni di un suo corso altrettanto svincolato dalla presenza ingombrante di Lotito: Cosimo non deve nulla al patron della Lazio e non ha nemmeno bisogno del suo aiuto in Lega (Benevento e Genoa sono ufficialmente dalla sua parte comunque, per esempio) per avere un 5% in più. Promette invece tanto a Tommasi per convincere anche il resto dell’Associazione Italiana calciatori - se dopodomani arriverà l’ok dal consiglio direttivo – a far confluire il loro 20% nel suo 34% di capo della Lega dilettanti: «Ci sarà una riflessione. Damiano dovrà discutere con i suoi e poi saranno prese delle decisioni, ma penso ci siano le condizioni per andare verso un cammino condiviso». Tommasi al momento non si sbilancia: «Io rimango candidato, ma è giusto pensare agli scenari futuri». Spiegati proprio da Sibilia: «Insieme avremmo la maggioranza, ma conta poco avere i numeri per vincere e anche per governare. Dobbiamo capire che il calcio italiano va totalmente riformato». Per questo i calciatori potrebbero avere un ruolo tecnico-sportivo (settori giovanili e seconde squadre) decisivo, lasciando ad altri gli aspetti politici-amministrativi.

LE PAROLE DI MALAGÒ 
Offerta da Sibilia soprattutto la guida del Club Italia al sindacato calciatori. Magari con al vertice Buffon: «Mettere un giocatore in quel ruolo sarebbe una cosa logica, ma bisogna capire se Gigi continuerà o meno a giocare», spiega il numero uno del Coni, Giovanni Malagò. Che guarda interessato il gioco d’alleanze Sibilia-Tommasi-Gravina: «Chi farà bottino pieno? Mi sembra un parolone, perché per riuscirci, servono numeri e consensi importanti, che tra l’altro sarebbero indispensabili in un momento come questo». Un presidente della Figc debole, con la maggioranza assoluta del 51%, avrebbe difficoltà a governare. Per questo Malagò spingeva per il commissariamento. Lo stesso che da nove mesi ormai invade la Lega: difficilmente nell’assemblea di dopodomani si arriverà all’elezione di un presidente, ma la Serie A potrebbe rivedersi il 26. Tavecchio non molla, sono in corsa Nicoletti, Cantamessa. Ha detto no, Gandini. Per il ruolo di amministratore delegato, Umberto Cairo, patron del Toro, propone Javier Tebas, presidente della Liga di Spagna, mentre altri puntano su Luigi De Siervo, ad di Infront Italia.

LA POSIZIONE DI LOTITO 
Anche in Lega prosegue l’asse Roma-Juve (che ha già Andrea Agnelli, senza diritto di voto, in Consiglio Federale) per far fuori Lotito, che insiste per avere un posto da consigliere federale: dopo aver rinunciato alla candidatura alla presidenza Figc, da una settimana il numero uno della Lazio sta lavorando per ottenere la maggioranza qualificata di 14 voti necessari oppure trovare terreno in B, per diventare poi vicepresidente vicario. Dopo le promesse fatte a Tommasi, difficilmente Sibilia gli spianerà la strada. Al contrario potrebbe dargli una mano col suo ex partito (Forza Italia) per la candidatura alle politiche.
 
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