Con Damiano Tommasi presidente della Figc «si tornerà a parlare di calcio in Federazione con un progetto a medio-lungo termine intervenendo in tutti i settori»: lo ha detto lo stesso Tommasi, uno dei tre candidati alla presidenza della Figc (il prossimo 29 gennaio.
Gli gli altri contendenti sono Cosimo Sibilia e Gabriele Gravina), ai microfoni di Radio Onda Libera. «La differenza con gli altri candidati? Il termometro della situazione in cui si trova il calcio. Nessuno dice che sono incapace ma l'handicap diventa quello di aver giocato fino alla Nazionale. Viene interpretato come un difetto». Quello di presidente federale, sottolinea Tommasi «è sicuramente un ruolo di grande responsabilità e sceglie il commissario tecnico della Nazionale. Non deve essere vincolato e agire per trovare soluzioni». Sugli altri due contendenti alla poltrona di n.1 del calcio italiano, Tommasi aggiunge: «Sibilia è stato vicepresidente vicario di Tavecchio e Gravina ha fatto soprattutto opposizione. Siamo di fronte a candidature diverse dalla mia. A me piace pensare alla riorganizzazione generale del calcio. Spero che dopo il 29 gennaio si parli di calcio». «Quanto c'è di politico in questa elezione? Purtroppo s'inserisce nella campagna elettorale per le politiche. Non è una buona cosa. C'è il riflesso delle promesse elettorali. Può essere un elemento di disturbo», ha concluso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA