LA NORD
Il “deserto Olimpico” continua. Fra proteste e squalifiche, si chiudono altri tornelli, una volta derubricata la triste e ignobile vicenda degli ululati ad ennesima vergogna ultrà. Facile farlo con una curva laziale rea di sin troppi precedenti in materia, ma è la solita ipocrisia all'amatriciana. Perché i nuovi settori chiusi erano quelli solitamente utilizzati dalla Lazio per campagne promozionali (fino all'anno scorso era l'abbonamento Cucciolone, che a prezzi più che popolari consentiva ai minori di 11 anni di abbonarsi e andare allo stadio con gli adulti) sull'onda emotiva del nuovo comandamento cristiano, quindi lotitiano, di «riportare le famiglie allo stadio».
Ebbene, mentre gli ultrà disertano, le “famiglie” e la “gente normale” consumano l'ennesimo scempio razzista. La colpa è però del tifo organizzato, al punto da ridurre ad un turno la squalifica dei Distinti, ma non quella della Curva, che sarebbe stata vuota comunque.
SVUOTAMENTO
Tutto l'Olimpico si sta svuotando. Filtri, pre-filtraggi, perquisizioni a piedi scalzi sulle buste della spazzatura, per chiunque è diventato insopportabile andare allo stadio. L'ultima novità di giornata sarà la rimozione dei veicoli in tutte le zone adiacenti. Perché muoversi da un divano e dalla comodità di passare a Sanremo in seconda serata? Qui non manca la voglia di Lazio, qui c'è la rinuncia al non spettacolo. A meno che non piaccia la scenografia delle barriere, che rimarranno comunque al loro posto, così come emerso dall'incontro di martedì pomeriggio in Prefettura, con successivo comunicato: «La Questura rispetterà gli spazi delle tifoserie a patto che siano rispettate le norme di sicurezza. Per le iniziative poi i supporter parleranno con figure di riferimento dei club». Alla Roma c'è Nela, alla Lazio è il segretario (dal 2011), Armado Calveri, il Supporter Liaison Officer (SLO), la figura che l'Uefa ha istituito con il nuovo regolamento, necessaria addirittura per ottenere la licenza alle gare internazionali. Forse alla Lazio era impossibile ampliare un organigramma societario così vasto. Un'altra occasione persa per far tornare un po' di lazialità, magari proprio come la Roma con un grande ex, nel primo club della capitale.