Il linguaggio del calcio va alla deriva

Il linguaggio del calcio va alla deriva
di Antonello Valentini
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Giovedì 20 Luglio 2017, 17:22
Di record, il calcio ne ha stabiliti tanti nella sua storia, ma questo è inedito, nuovo di zecca e francamente fa un po' ridere. Riguarda il linguaggio: in tv, alla radio, sui social, nelle dichiarazioni di calciatori, tecnici e dirigenti tutto è diventato importante. Fateci caso, solo nell'ultima giornata di serie A, ben 47 citazioni: importante è l'avversario, il gol, l'azione, la partita, la squadra, il passaggio, la giocata, la punizione, il corner e così via, senza restrizioni e senza fantasia, in una lingua che pure - come ricordava Tullio De Mauro - di vocaboli ne vanta 250mila. Importante ha polverizzato anche il record che in tutt'altro campo - quello della canzone - appartiene ancora a In ginocchio da te, il brano di Gianni Morandi che a suo tempo tenne la testa della classifica per 17 settimane nella storica Hit Parade di Lelio Luttazzi.

Nella Hit Parade del linguaggio calcistico, importante è rimasto saldamente in testa almeno nelle 38 settimane della Serie A e minaccia di bissare il successo, tenendo a distanza di sicurezza tutti i sinonimi a caccia di citazione. Roba leggera, naturalmente, niente di grave, ma la deriva del covercianese (come l'ha ribattezzato Aldo Grasso) avanza inesorabile ed è pronta a riproporsi in certe telecronache per bocca delle seconde voci, quasi sempre ex calciatori che esibiscono tecnicismi esasperati, a volte incomprensibili e un po' ridicoli, contagiosi purtroppo per molti giornalisti. Li risentiremo, non c'è pericolo: pettinare la palla, imbucata, tanta roba, si ribalta l'inerzia della partita, palla in the box, passaggio no look, l'azione che si trasforma da difensiva in offensiva, lancio con i giri contati e finalmente (per tutti !) il meritato e salutare te' caldo, che magari in certe calure potrebbe essere servito freddo. Chissà che cosa ne direbbero i Martellini, i Ciotti, gli Ameri, i Pizzul Ma tutto sommato,per restare in tema, ha ragione Sacchi quando ripete che il calcio è la cosa meno importante tra le cose importanti.