Lotito lo rassicura,
Prandelli preoccupato per quest'attesa che sta davvero diventando interminabile. Anche perché l'ex Ct della Nazionale un lunedì sera, di ormai otto giorni fa, aveva dato quasi totale carta bianca: si era parlato di un'opera di convincimento per trattenere
Candreva, macché. Ok alle cessioni di Antonio e
Keita e totale sintonia sulla voglia di trattenere invece a tutti i costi
Biglia e
Felipe Anderson. Ok persino alla riduzione dello staff da 7 a quattro elementi: l'ex biancoceleste
Pin, il figlio,
Pintus e Renzo Casellato. Tutto fatto anche per loro in un pacchetto da 500mila euro totali, oltre al biennale da 1,5 milioni più bonus per Prandelli. Eppure oggi manca la firma e il nodo rischia di non sciogliersi ancora per qualche giorno. Il motivo? Dopo esser stato parecchio tentato da
Ventura (ormai sempre più azzurro), Lotito monitora le mosse di
Pioli, che ha già rifiutato
Udinese e Anderlecht. Ora ci sono
Palermo e
Chievo per lui alla finestra e il presidente biancoceleste conferma a gente a lui molto vicina: «Non prenderò un altro allenatore, finché non sarò libero da quello precedente. Perché non mi posso permettere di avere a busta paga un altro milione a vuoto». Due lordi, oltre ai soldi già accantonati per la vertenza con
Petkovic.
LA TRAMA
Prandelli resta al palo, così pure Inzaghi aspetta. Incredibile il retroscena legato persino a
Simoncino. Prima l'addio di martedì, poi un'altra chiamata per chiedergli di attendere ancora prima di accettare l'allettante proposta del
Carpi. Lotito pensava da mesi a un nome di grido per rilanciare la Lazio, tanto d'aver stanziato un budget da 2 milioni per la panchina biancoceleste. Nelle ultime settimane però diversi ripensamenti, alla luce delle spese per le guide tecniche precedenti. Altro che
Sampaoli o
Mazzarri, scartati per le richieste esose, da qui invece l'ultimo incontro di sabato a Milano con
Maran del Chievo. Preziosi gli spinge
Gasperini nelle trattative di mercato,
Montella è un vecchio pallino, Tare aveva scelto tutt'altro nei mesi addietro. Adesso la Lazio sembra ingarbugliata nella sua stessa tela: solo Prandelli può serrare le fila.