LIBRI DI STORIA
Ha conquistato lo spogliatoio con il suo sorriso contagioso e con quella sua parlata napoletana che strappa risate a chiunque. E’ un buono, un generoso e non si risparmia mai. Nonostante sia arrivato da nemmeno un anno, è già considerato uno dei veterani dello spogliatoio. Non è un caso che Parolo, Lulic e Radu si confrontino anche con lui quando c’è da prendere una decisione importante. Lo ha ribadito a suon di hastag su Instagram. Una foto di un abbraccio con i suoi compagni e poi la frase: «Spirito di squadra, umiltà e voglia di sacrificarsi ti guidano verso il successo». Si sente responsabile, Inzaghi non lo tira fuori nemmeno quando non ce la fa più: «Mi sono riposato gli anni passati», scherza Ciro, che non manca mai di dare un consiglio ai più giovani, soprattutto a Keita: «Bisognerebbe aggiustargli la testa», disse qualche tempo fa. E quella testa pian piano Balde la sta mettendo a posto. Insieme ad Immobile ha superato sia Vieri-Salas sia Rocchi-Pandev e con 31 reti sono la quinta coppia-gol laziale dal 1960 ad oggi. Domenica non si è intromesso quando Biglia ha lasciato che fosse Keita a calciare il rigore. Tutti per uno e uno per tutti è il motto della banda di Inzaghi.
L’AMORE DELLA MATURITÀ
Segna ed esulta sotto la Curva Nord, la stessa che lo ha eletto a nuovo paladino biancoceleste. I tifosi si aggrappano a lui. Dal buio alla luce a suon di gol. Ora si può tornare a sognare. Sta trascinando la Lazio in Europa, ma non vuole affatto fermarsi: 2834 minuti giocati in stagione. Ha saltato una sola gara per squalifica, quella contro il Chievo. Domenica riecco la Roma e poi c’è quel trofeo Nazionale da conquistare. Sarebbe il suo primo in Italia. E proprio contro quella Vecchia Signora, che da ragazzo lo aveva sedotto e abbandonato. Ora però c’è la Lazio, la donna della maturità. Tutti avvertiti: Ciro is on Fire!
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