La Lazio cala Ciro, l'asso pigliatutto: Immobile vuole derby e Coppa Italia

La Lazio cala Ciro, l'asso pigliatutto: Immobile vuole derby e Coppa Italia
di Emiliano Bernardini
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Martedì 25 Aprile 2017, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 11:09
Da Ciro a Miro, a nuovo Mito. La maglia della Lazio se l’è cucita addosso come una seconda pelle: quella della rinascita. Da dimenticato a bomber biancoceleste e della Nazionale. Si è preso tutto a suon di gol e non vuole fermarsi. Prossima tappa la Roma. L’ha già punita due volte, ma il vecchio adagio non c’è due senza tre non vuole sconfessarlo. Le sue reti in semifinale hanno trascinato la Lazio all’ultimo atto contro la Juventus, l’altro obiettivo della stagione di Ciro. E i gol? Beh quelli sono già 20. La doppietta contro il Palermo, la sua quarta stagionale, lo ha lanciato di diritto nella storia della Lazio. La punta di Torre Annunziata ha superato Bruno Giordano, che si era fermato a 19 reti. Meglio di Ciro, hanno fatto solo Piola (due stagioni, 21 gol), Signori (per tre stagioni, concluse a 26, 23, 24 gol), Crespo (26 gol) e Chinaglia (per due stagioni, 21 e 24 reti).
LIBRI DI STORIA
Ha conquistato lo spogliatoio con il suo sorriso contagioso e con quella sua parlata napoletana che strappa risate a chiunque. E’ un buono, un generoso e non si risparmia mai. Nonostante sia arrivato da nemmeno un anno, è già considerato uno dei veterani dello spogliatoio. Non è un caso che Parolo, Lulic e Radu si confrontino anche con lui quando c’è da prendere una decisione importante. Lo ha ribadito a suon di hastag su Instagram. Una foto di un abbraccio con i suoi compagni e poi la frase: «Spirito di squadra, umiltà e voglia di sacrificarsi ti guidano verso il successo». Si sente responsabile, Inzaghi non lo tira fuori nemmeno quando non ce la fa più: «Mi sono riposato gli anni passati», scherza Ciro, che non manca mai di dare un consiglio ai più giovani, soprattutto a Keita: «Bisognerebbe aggiustargli la testa», disse qualche tempo fa. E quella testa pian piano Balde la sta mettendo a posto. Insieme ad Immobile ha superato sia Vieri-Salas sia Rocchi-Pandev e con 31 reti sono la quinta coppia-gol laziale dal 1960 ad oggi. Domenica non si è intromesso quando Biglia ha lasciato che fosse Keita a calciare il rigore. Tutti per uno e uno per tutti è il motto della banda di Inzaghi.
L’AMORE DELLA MATURITÀ
Segna ed esulta sotto la Curva Nord, la stessa che lo ha eletto a nuovo paladino biancoceleste. I tifosi si aggrappano a lui. Dal buio alla luce a suon di gol. Ora si può tornare a sognare. Sta trascinando la Lazio in Europa, ma non vuole affatto fermarsi: 2834 minuti giocati in stagione. Ha saltato una sola gara per squalifica, quella contro il Chievo. Domenica riecco la Roma e poi c’è quel trofeo Nazionale da conquistare. Sarebbe il suo primo in Italia. E proprio contro quella Vecchia Signora, che da ragazzo lo aveva sedotto e abbandonato. Ora però c’è la Lazio, la donna della maturità. Tutti avvertiti: Ciro is on Fire!
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