Insigne, azzurro 10 e lode: è il nuovo testimonial dell'Italia di Ventura

Insigne
di Ugo Trani
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Martedì 13 Giugno 2017, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 14:00
«Meno male che Insigne giocherà il playoff di Champions». Ventura, lasciando la Dacia Arena, ha subito inquadrato l’obiettivo: Lorenzo il Magnifico, sempre grazie a Sarri e al Napoli, avrà la possibilità di iniziare la nuova stagione della Nazionale proprio come l’ha finita domenica sera a Udine:al top, soprattutto fisicamente. .
 
Il ct, dopo averne apprezzato le giocate raffinate e al tempo stesso efficaci, ha capito di non poterne fare a meno. Il 2 settembre al Bernabeu, dove ha già lasciato il segno in questo 2017, l’artista di Frattamaggiore avrà il compito di spingere l’Italia in Russia. Comportandosi da dieci, come contro il Liechtenstein. Un’esibizione chic, per concludere la sua annata straordinaria. E da ripetere contro la Spagna a Madrid, nella notte in cui ci sarà in palio la qualificazione al mondiale.

ASPETTANDO MARADONA
La maglia numero 10, mettendo nel cassetto la 7 indossata anche a Nizza mercoledì nell’amichevole contro l’Uruguay, gliel’ha lasciata l’amico Verratti. Che, tornando in anticipo a Parigi per curare la fastidiosa pubalgia, non ha avuto la possibilità di vestirla in queste ultime 2 partite. Ventura l’ha data a Insigne, caricandogli sulle spalle il peso di chi, con il talento, è chiamato a indirizzare il match. «Quel numero è importante, sono orgoglioso che sia toccato a me». Nel Napoli è ancora di Maradona e non c’è nemmeno da spiegare perché. Lorenzo ha il 24, dedica affettuosa alla moglie Jenny (è la data di nascita della signora). Mai chiederebbe al club partenopeo e soprattutto al campione argentino di avere quella maglia in dote. Solo se fosse Diego a fare il gesto, allora la prenderebbe. E chissà se la questione sarà affrontata il 4 luglio, quando Maradona sarà sul Golfo per la cittadinanza onoraria. Adesso Insigne se la gode, a 26 anni, con l’azzurro della Nazionale. Come fece Di Natale, l’ultimo napoletano ad averla messa, 7 anni fa, al mondiale 2010 in Sudafrica.

SVOLTA TATTICA
Ventura, dopo la vittoria contro il Liechtenstein, ha ammesso di essersi divertito almeno quanto il pubblico di Udine. Merito di Lorenzo che, rischiando di suo, ha arricchito la prestazione dell’Italia: il gol d’autore che ha aperto la sfida, l’assist speciale per Belotti che ha messo al sicuro il successo e i colpi di genio che hanno acceso i compagni e gli spettatori. Il debutto con il 10 è coinciso con il 1° gol nelle qualificazioni mondiali (gli altri 2, nelle amichevoli contro l’Argentina a Roma e con la Spagna sempre a Udine). La Nazionale ha insomma scelto Insigne come testimonial del nuovo corso. E’ diventato titolare appena il ct ha varato il 4-2-4 (è partito dall’inizio in 3 delle ultime 6 gare), sistema di gioco che ne ha esaltato le caratteristiche (a Madrid contro la Spagna, in caso di ritorno alla difesa a 3, sarà comunque confermato, magari nel 3-4-3). Il via libera per Lorenzo, il 12 novembre a Vaduz, proprio contro il Liechtenstein. E sulla promozione in azzurro ha costruito l’annata con il Napoli, la migliore da quando gioca in A. La settimana successiva, il 19 novembre e proprio a Udine, segnò i primi due gol di una stagione finita in crescendo. Si è sbloccato solo alla tredicesima giornata. E non si è più fermato, arrivando a 20 reti: 18 in campionato, 1 in Champions (al Bernabeu) e 1 in Coppa Italia. E’ il suo record in A. Perché ne fece 18 anche in B (e 2 in Coppa Italia, quindi ancora 20), 5 anni fa, per la promozione del Pescara di Zeman (con il boemo, a Foggia, esagerò con 26: 19 in Lega Pro e 7 in coppa). Sarri, come ha spess chiarito Lorenzo, lo ha reso giocatore completo: ora si sacrifica pure in fase difensiva. De Laurentiis, due mesi fa, lo ha gratificato con il prolungamento di contratto, anche per respingere l’assalto del Milan e dell’Arsenal. E con l’ingaggio da top player: 4,5 milioni all’anno, fino al 2022 (lasciando i diritti d’immagine al club partenopeo). Senza clausola, però. Perché, al momento, non ha prezzo.
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