L'Inter si ferma ancora a San Siro: passa 2-1 il Cagliari, Icardi contestato sbaglia un rigore

L'Inter si ferma ancora a San Siro: passa 2-1 il Cagliari, Icardi contestato sbaglia un rigore
di Redazione Sport
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Domenica 16 Ottobre 2016, 14:14 - Ultimo aggiornamento: 18:16

Nell’atmosfera più surreale che ci sia, per via degli insulti e dei cori della Curva Nord contro Icardi (difeso, va detto, da tutto il resto dello stadio), San Siro resta tabù per l’Inter. In casa i nerazzurri hanno vinto soltanto contro la Juventus (due pari con Palermo e Bologna), ma stavolta perdono con il Cagliari (2-1). Frank de Boer rischia davvero di finire sotto la lente di Suning, dopo questa batosta inattesa. Una gara che l’Inter voleva assolutamente vincere per scalare posizioni in classifica: invece, in corso Vittorio Emanuele si ritrovano con il caso Icardi da risolvere e con un’altra sconfitta sul groppone, a pochi giorni dalla decisiva sfida (sempre a San Siro) di Europa League contro il Southampton. Non è un buon primo tempo. L’unica vera emozione è il rigore fallito da Icardi al 26’. Un penalty concesso dall’arbitro Valeri grazie alla segnalazione del giudice di porta, Rizzoli, per un fallo di Bruno Alves sul capitano interista. Ma dal dischetto, in un pomeriggio davvero tremendo per lui, l’argentino calcia sui tabelloni pubblicitari. Sembra davvero una partita no, ma al 10’ della ripresa ci pensa Joao Mario a firmare il primo gol in Italia ribadendo in rete una respinta di Storari sul suo tiro precedente. Ma il Cagliari non muore mai e al 26’ pareggia con Melchiorri, fortunato nel vincere un rimpallo e trafiggere Handanovic. Per lui è il secondo gol in A su due presenze con i sardi nella massima serie (3 in totale in carriera, se aggiungiamo quella col Siena nel 2005-2006). De Boer corre ai ripari inserendo Eder e Jovetic per Candreva e Ansaldi, optando per la difesa a 3, ma è sempre dai piedi di Melchiorri che, al 40’, arriva il raddoppio del Cagliari: cross dalla bandierina, deviazione di Murillo e Handanovic trascina la palla in rete. È una clamorosa debacle che rimette in discussione il tecnico olandese.

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