Inter flop, sabato era prima: oggi è scivolata al terzo posto

Inter flop, sabato era prima: oggi è scivolata al terzo posto
di Salvatore Riggio
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Lunedì 18 Dicembre 2017, 10:56 - Ultimo aggiornamento: 20:32
Quello dell'Inter è stato davvero un weekend da dimenticare. Peggio di così non sarebbe potuto andare. La squadra di Luciano Spalletti ora è terza in classifica perché scavalcata da Napoli (3-1 al Torino) e Juventus (3-0 al Bologna). Il passo falso di San Siro contro l'Udinese è costato caro ai nerazzurri. Se in alcuni casi, il tecnico di Certaldo ne era uscito vincitore grazie alla fortuna, alla caparbietà e all'impegno, sabato pomeriggio è stato tradito dalla condizione fisica dei suoi uomini chiave. Analizziamo tutte le lacune che potrebbero compromettere la corsa al quarto posto dell'Inter.

La rosa di Spalletti è limitata. Non ci sono alternative ai titolari. La conferma è arrivata in Coppa Italia, nel successo ai rigori contro il Pordenone. In campo c'era una formazione rimaneggiata, che ha rischiato una figuraccia colossale contro una squadra di Lega Pro. In primis, non esiste un vice Icardi. L'Inter non può fare a meno dei suoi gol: 17 in 17 partite di campionato (98 totali in serie A). In secondo luogo, manca un vero trequartista da mettere alle spalle dell'argentino: Borja Valero è stanco e poco lucido; Brozovic non ha continuità e Joao Mario non dà garanzie.

Spalletti vuole dei rinforzi a gennaio, ma Suning non ha nessuna intenzione di investire sul mercato. Bisogna rispettare il fair play finanziario ed entro il 30 giugno 2018 il club di corso Vittorio Emanuele deve incassare quasi 60 milioni di euro in plusvalenze per evitare multe e sanzioni. Sul taccuino ci sono nomi interessanti come Ramires, Barella, Pastore e Verdi, ma senza una cessione non può arrivare nessuno. Sul piede di partenza c'è Joao Mario: il portoghese non vuole perdere i mondiali di Russia 2018 e piace al Valencia. Se sarà ceduto, potranno esserci almeno due acquisti. Per la felicità di Spalletti.

Appena l'Inter ha giocato quattro giorni dopo l'ultima gara, è arrivata la sconfitta. Smarriti contro Juventus (9 dicembre) e Pordenone (12 dicembre, ottavi di Coppa Italia), i nerazzurri contro l'Udinese non sono mai entrati in campo nella ripresa, subendo due gol. Hanno deluso tanti uomini chiave, evidentemente non abituati a giocare una gara dietro l'altra in così poco tempo: Skriniar è andato più volte in affanno; Vecino è stato sovrastato da Jankto, Fofana e Barak; Perisic non ha dato il suo contributo; Brozovic ha dimostrato di non essere sempre decisivo. Spalletti deve intervenire subito perché adesso arrivano altre tre gare fondamentali: Sassuolo (23 dicembre), Milan (27 dicembre, quarti di Coppa Italia) e Lazio (30 dicembre). È vietato fallire.

Protetta meno del solito dal centrocampo - nemmeno l'ingresso di Gagliardini ha sistemato la mediana - la difesa si è ritrovata a rincorrere spesso gli avversari. Soltanto una parata di Handanovic, a inizio ripresa, ha impedito a Lasagna di siglare una doppietta. Pesa la pessima prestazione di Skriniar, che fino alla gara contro l'Udinese non aveva mai sbagliato una partita. La retroguardia nerazzurra sarà sotto osservazione con il Sassuolo: a Reggio Emilia non ci sarà Vecino in mezzo al campo (squalificato) e Spalletti dovrà inventarsi qualcosa per sostituire l'uruguaiano. Capitolo terzini: se a destra D'Ambrosio sembra rigenerato e Cancelo mostra qualità interessanti, a sinistra Santon ha commesso troppi errori. In occasione del vantaggio dei friulani ha perso palla e con un fallo di mano ha causato il rigore poi trasformato da De Paul. Sabato potrebbe giocare Nagatomo, ma anche il giapponese non dà garanzie.
 
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