Gioco, difesa e uomini ritrovati: così Pioli ha fatto rinascere l'Inter

Gioco, difesa e uomini ritrovati: così Pioli ha fatto rinascere l'Inter
di Salvatore Riggio
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Mercoledì 18 Gennaio 2017, 23:16 - Ultimo aggiornamento: 19 Gennaio, 00:49
Stefano Pioli ha conquistato tutti. Numeri e risultati sono dalla sua parte. Nelle 11 partite in panchina, i nerazzurri ne hanno vinte 8 (7 consecutive): poco alla volta l’Inter sta risalendo la classifica (5 le vittorie di fila in serie A) e si è qualificata ai quarti di finale di Coppa Italia grazie al 3-2 ai supplementari contro il Bologna (Murillo, Palacio e Candreva i marcatori). Ma a dare credito all’ottimo lavoro di Pioli non ci sono solo i successi e la rinascita di una squadra che fino a due mesi fa era in difficoltà, ma anche la crescita dei singoli. Giocatori che sembravano lontani dal mondo Inter, ma che ora sono al centro del progetto di Pioli. Da Kondogbia a Brozovic - passando per D’Ambrosio, Ansaldi e Perisic - devono tutti ringraziare il tecnico che a inizio novembre aveva preso il posto di Frank de Boer, dopo un inizio disastroso in Italia e in Europa. In questa lista non bisogna dimenticare Gagliardini, l’ultimo arrivato alla Pinetina: «Lui è il nostro futuro. C’è da ringraziare anche l’Atalanta per l’ottimo lavoro che sta svolgendo con il suo settore giovanile. Puntiamo tantissimo sui giocatori italiani», l’elogio di Javier Zanetti, il vice presidente del club di corso Vittorio Emanuele.

MOMENTO POSITIVO
Pioli ha rivitalizzato la squadra in pochissimo tempo, ridando fiducia a un ambiente depresso che rischiava di gettare all’aria un’altra stagione. Così dopo il casting del dopo de Boer, il nuovo allenatore si è messo al lavoro cercando di ridare grinta all’Inter: «Siamo contenti del momento che stiamo attraversando - ha continuato Zanetti -. Vogliamo continuare così, pensando a una gara per volta. Teniamo molto alla coppa, ma ora c’è il Palermo. Questo è un campionato talmente competitivo e bello e spero si mantenga così. Credo che la Juventus sia ancora la favorita, ma ci sono tante squadre che sognano di mantenere viva la lotta. Se era solo una questione di allenatore? Bisognava anche ritrovare fiducia, noi sapevamo che questo gruppo aveva dei valori importanti e adesso lo sta dimostrando. Suning ha grandi ambizioni e rispetta tantissimo la storia dell’Inter. Penso sia un punto di partenza che ci può dare fiducia per un futuro promettente».

OBIETTIVI
E a proposito di futuro, adesso in campionato la zona Champions League è distante soltanto 5 punti. Impensabile fino a poche settimane fa. Le avversarie sono agguerrite: Napoli (41 punti), Lazio (40), Milan (37 ma con una gara in meno) e Atalanta (35, l’unica di queste dietro all’Inter). Tutte possono ambire al terzo posto, l’ultimo utile per i playoff di Champions. Per fare il salto di qualità, i nerazzurri devono sistemare la difesa. Dati alla mano, l’Inter in campionato ha preso 10 gol in 8 partite e in 3 di queste ha vinto senza subirne. Tutto si può migliorare, ma visto il momento d’oro dei nerazzurri in Cina possono dormire sonni tranquilli: a oggi Pioli è una scommessa vinta. Peccato solo per l’Europa League, ma la pesante eredità di de Boer non lo ha di certo aiutato. Infine, c’è la questione Gabigol. Contro il Bologna ha giocato 71 minuti con qualche spunto interessante. Il brasiliano resterà ad Appiano Gentile (Felipe Melo è tornato in patria, Jovetic è andato al Siviglia e presto potrebbero dire addio Ranocchia, Miangue, Yao e Gnoukouri): «Meritava questa opportunità dopo tanto tempo che non giocava. Non era semplice per lui, ma abbiamo tanta fiducia. Lo ha detto anche Pioli, con i giovani bisogna lavorare e avere la pazienza di farli abituare al campionato italiano», ha concluso Zanetti.
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