L’atmosfera, nella notte di Milano, torna a essere quella respirata fino a pochi anni fa. L’Inter e la Roma si affrontano nel posticipo, ma in palio non c’è solo il prestigio. Perché la sfida, nonostante ci siano 8 punti di distanza tra le due rivali, avrà comunque il valore dello scontro diretto che, piazzato in calendario a 13 giornate dal traguardo, rischia di incidere sul finale di campionato. I nerazzurri puntano a rientrare nella corsa per il podio Champions, per non doversi accontentare, pure nella prossima stagione, di partecipare solo all’Europa League; i giallorossi, anche per non perdere di vista la Juve capolista (più 10, dopo il successo contro l’Empoli), si vogliono tenere stretto il 2° posto e giocarselo solo con il Napoli, da affrontare sabato all’Olimpico, partita conclusiva di questo tour de force in 7 giorni (mercoledì c’è il primo derby di Coppa Italia).
SNODO CRUCIALE
La vittoria dell’Atalanta al San Paolo entra nel menu del match di San Siro: Gasperini, al 4° posto, si mette in mezzo e vuole restarci. Dentro o fuori, dunque, per Pioli, che crede nella rimonta Champions. Ora o mai più, invece, per Spalletti, che pensa in grande e guarda lassù. L’incrocio, insomma, diventa fondamentale sia per l’Inter che per la Roma. Alto è il rendimento attuale di entrambe: 9 vittorie nelle ultime 10 partite di campionato per i nerazzurri, con l’unica sconfitta allo Stadium contro la Juve; 8 successi nello stesso periodo per i giallorossi, caduti a Torino contro i bianconeri e a Genova contro la Sampdoria, ma capaci di restare in corsa su 3 fronti, arrivando in semifinale di Coppa Italia e negli ottavi di Europa League, competizioni in cui i rivali di questa sera sono già usciti di scena.
BOLLINO QUALITÀ
L’Inter ritrova Icardi, assente nelle ultime 2 giornate per squalifica e pronto al duello ravvicinato con Dzeko che in campionato ha segnato 4 gol in più. Pioli, senza Miranda fermato dal giudice sportivo, recupera anche Brozovic (in ballottaggio con Joao Mario) e ha abbondanza a centrocampo e in attacco. La Roma è a Milano con 22 giocatori: Spalletti, a parte Florenzi, ha la rosa al completo. Ma, dopo il maxi turnover di giovedì in Europa League, vuole cominciare la gara con gli 8 titolari tenuti a riposo (parziale solo per Ruediger, Nainggolan e Fazio) contro il Villarreal.
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Pioli, cercato nel 2011 dalla Roma prima di accogliere Luis Enrique, ha spesso steccato contro i giallorossi: in 13 precedenti, 7 sconfitte, 5 pareggi e solo 1 vittoria. Spalletti lo ha battuto 3 volte su 3. E le ultime 2 sono state cadute dolorosissime per il tecnico dell’Inter che, in entrambi i casi, fu esonerato: 10 anni fa, perdendo 3 a 0 all’Olimpico da allenatore del Parma, e nella stagione scorsa dopo l’umiliante 4 a 1 nel derby di ritorno. Tatticamente, invece, c’è meno differenza. Da qualche settimana hanno scelto lo stesso sistema di gioco per trovare equilibrio ed efficacia. Il 3-4-2-1 a base di pressing è la sintesi del loro lavoro quotidiano: i giallorossi sono più avanti, e non solo in classifica, avendolo sposato già da due mesi e mezzo; i nerazzurri, invece, sono ancora in rodaggio, avendo virato solo ad inizio mese, proprio nella notte in cui hanno sfidato la Juve.
Roma, una Scala per la Champions: va in scena contro l’Inter per tentare di consolidare il 2° posto
di Ugo Trani
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Domenica 26 Febbraio 2017, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 19:31
E’ probabile che la sfida si giochi allo specchio. L’assenza di Miranda, però, potrebbe spingere Pioli a tornare al 4-2-3-1, con D’Ambrosio terzino destro e Ansaldi (o Nagatomo) a sinistra nella linea arretrata, anche per fermare Salah. La tentazione: Perisic sulla fascia sinistra e fuori il terzino. Il 3-4-2-1, comunque, permette la modifica in corsa che la Roma, spesso propensa a difendere con 5 giocatori, non scarta mai a priori.
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