Inter, Spalletti: «Non abbiamo alibi e non dobbiamo piangere»

Inter, Spalletti: «Non abbiamo alibi e non dobbiamo piangere»
di Salvatore Riggio
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Giovedì 4 Gennaio 2018, 15:50 - Ultimo aggiornamento: 5 Gennaio, 14:17

«Prima di tutto, non dobbiamo piangere». Luciano Spalletti, dopo questo periodo negativo, non vuole alibi con l’obiettivo di tornare a vincere già contro la Fiorentina.
 
Fiorentina. «All’inizio Stefano Pioli doveva conoscere i componenti della rosa. È riuscito a mettere insieme i giocatori nel miglior modo possibile. Ci sono dei buoni calciatori, da Astori a Badelj fino a Simeone, ma poi c’è anche la qualità dell’allenatore. Noi dobbiamo fare la nostra partita e rimettere le nostre qualità, dare il massimo a livello individuale e metterlo a disposizione della squadra».
 
Mercato. «Continuare a dire che per essere competitivi bisogna fare un mercato importante, dopo che la società ha fatto capire che bisogna entrare in certi parametri, mi sembra il modo migliore per farsi del male. Non è corretto né rispettoso. Mi sembra sbagliato anche ridurre la possibilità di migliorare a livello di squadra dovendo per forza pensare a dei nuovi arrivi».
 
Icardi. «Cosa ha detto ai compagni per spronarli? Gli ha insegnato come si fa a tirare verso la porta, a giocare frontale, spalle alla porta e tutto il resto. La sua prestazione con la Lazio? È andato ad attaccare forte la linea difensiva e ha fatto riconquistare tanti palloni ai compagni. Io continuo a chiedergli di venire più incontro, qualche volta è stato servito domenica e qualche volta no, nel secondo caso non è colpa sua».
 
Periodo. «Dopo il discorso di Monchi a Roma, cosa devono dire i miei dirigenti ai giocatori? Non lo so, dovete chiederlo a loro. Non voglio mettere il naso in casa d’altri. Penso che noi abbiamo da fare meglio di quanto accaduto nell’ultimo periodo, anche se non è tutto da buttar via. Voglio essere sicuro che i giocatori abbiano la stessa consapevolezza di andare al di là del proprio massimo, ma in questi periodi accade così: l’occasione fa l’uomo ladro e il mercato fa il calciatore distratto».
 
Brozovic. «Io scelgo il miglior undici, che possa creare la squadra migliore, non gli undici migliori. Lui ha le sue caratteristiche. Noi siamo andati a chiudere in area di rigore con la Lazio, i numeri dell’Inter non sono distanti da quelli delle altre squadre. È chiaro che ci sono momenti così, ma tutto si risolverà come si è risolto il problema della troppa fortuna».
 
Periodo. «È chiaro che un gol in sei partite è poco ma ci sono altri numeri che dicono che qualcosa di buono lo abbiamo fatto ugualmente. Quello però va migliorato e si risolverà».
 
Champions League. «Non abbiamo possibilità di alibi. Noi prima di tutto dobbiamo non piangere. Poi per migliorare dobbiamo prendere un giocatore più forte di quelli in rosa, perché qui li abbiamo gli elementi per ambire ai nostri obiettivi. Tutto può essere migliorabile: in difesa può mancare un calciatore, ma dalle altre parti ci vuole uno più forte. Possiamo fare nomi: Mkhitaryan, Pastore, Verdi, ci vogliono 30 milioni e non li abbiamo».
 
Bilancio. «Si sono fatte delle buone cose. Nel calcio non c’è avviso di quel che succede, a volte bisogna annusare quanto accade in campo. Bisogna un po’ alzare questa qualità. In campo a volte non fai in tempo a vederle, devi percepirle e vederle prima con la mente. Sotto questo aspetto dobbiamo fare di meglio, ma per il resto abbiamo fatto buone cose e molte sono certezze che ci possono servire per creare uno zoccolo duro come comportamento".
 

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