Milinkovic in dubbio, Inzaghi punta sui senatori

Milinkovic in dubbio, Inzaghi punta sui senatori
di Alberto Abbate
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Sabato 3 Dicembre 2016, 11:02 - Ultimo aggiornamento: 20:22

Generale Inzaghi dietro la collina. A Formello c'è anche il suo discorso, dopo quello della Curva, che sul tramonto sembra una bambina: «Questo è un derby da vincere». E allora tutti sulla corda per mettere al tappeto la Roma. In mezzo al prato Simoncino trasmette ancora adrenalina: «Mi state mettendo in difficoltà, ho ancora qualche dubbio. Siamo questi 20 e voglio massima attenzione e impegno. Ho due soluzioni per ruolo, nessuno ha il posto assicurato». Così forse a decidere è il fato: Milinkovic sente dolore al ginocchio, abbandona subito la penultima rifinitura e vola in palestra. Una fitta accentuata dall'odore dell'esclusione? Chissà, soltanto stasera si saprà. Ma ormai le scelte sembrano fatte. Anche perché difficilmente il tecnico avrebbe rinunciato a uno dei suoi big, figuriamoci al senatore Lulic ora catapultato a centrocampo. Uomo-derby, uomo-chiave, Senad. Sfreccia ancora nell'ombra d'un dio dopo aver castigato la Roma quel benedetto 26 maggio. Quella rete rimarrà in eterno, è un gol per sempre, è un gol indelebile, è un gol solenne come un giuramento: «Fagliene un altro al settantunesimo», gli urlavano giovedì i tifosi a Formello. Domani dovranno proteggersi dalle gocce del suo sudore con l'ombrello. In Sicilia tanti passaggi sbagliati, non proprio bello. Ma per lo scaramantico Inzaghi è come un corno, è ancora Magno Lulic dopo aver fatto Roma quel giorno.

JOLLY
Corre, Senad, va di fretta. Perché con la Roma sogna un'altra vendetta. Non gli sono proprio andati giù alcuni sfottò giallorossi sul suo incidente al dito avvenuto un anno fa in palestra: «Perché c'è ricrescita, ma non rivincita di quel 26 maggio», la risposta a quegli stolti, che sghignazzavano sulla sua disavventura. Adesso Lulic vuole ripulirli sul campo. Ovunque sia, con un altro lampo. Sarà lui il jolly fra il 4-3-3 o il 3-4-3, il solito ago fra la difesa e il centrocampo. Senz'altro più avanzato ora che non sarà Salah quel che Salah (out l'egiziano) e che Milinkovic rischia di restare ai box. Inzaghi aveva anche pensato di trascinarlo davanti al posto di Keita, ma al momento l'idea sembra abortita. Non sarà comunque il modulo a fare la differenza, piuttosto la grinta in ogni zona, un'assidua e costante presenza. Si riparte dalla camaleontica difesa a quattro di Palermo, ma con due giocatori in più stavolta da rivedere sullo schermo.

RIENTRI
In porta rientra Marchetti. Per esperienza, al di là dei meriti di Strakosha o dei suoi difetti. In difesa con Wallace, Radu e Basta ai lati, riecco leader de Vrij prima dei 60 giorni di convalescenza per i nuovi guai. Con l'olandese sarà molto più semplice impostare da dietro, anche se ci sarà la regia di Biglia davanti a lui di qualche metro. Al suo fianco inamovibile (1234', il biancoceleste più utilizzato) Parolo. Che ha già pronosticato una doppietta d'Immobile, magari un altro gol al volo. Cinquantunesimo scoccato, 25 marzo 2014. Lancio praticamente da centrocampo in area, Ciro si coordina e di prima intenzione scarica un siluro sul lato opposto della porta giallorossa. Forse ancora oggi quello è il centro più bello della sua carriera. «Ma farò di tutto per segnare ancora alla Roma», il nuovo Immobil-dream. Stavolta di coscia, di stinco, dall'alto o dal basso, un centro significherebbe sorpasso. Mettono già le frecce, Felipe e Keita. Uno due anni firmò il pari (2-2) in inverno, l'altro in Primavera. A differenza d'Immobile, entrambi conoscono bene l'atmosfera. Nel riscaldamento sotto la Nord avranno nello stomaco il cemento, ma poi dovranno scartavetrare le fasce e mandare il pubblico in fermento. Inzaghi confida sopratutto in Andershow: a Trigoria, per contenere la sua vena, gli preparano la gabbia, ma il brasiliano in questo momento si trova su una spiaggia di Copacabana, sprinta pure sulla sabbia. Vuole tornare a ballare fra i lupi, alzare le ali con una ola. Sotto la Curva, cantare a squarciagola, urlare Vola Lazio vola.