Lazio, Inzaghi snobba il derby: Felipe in campo nonostante la diffida

Lazio, Inzaghi snobba il derby: Felipe in campo nonostante la diffida
di Alberto Abbate
3 Minuti di Lettura
Venerdì 25 Novembre 2016, 10:58
Ora pro Felipe, Inzaghi non vuole pregare per lui. Nessun calcolo per il derby, amen. Difficile, ma fatevene una ragione. Simoncino sfida la sorte perché pensa solo al Palermo. Poco importa che Anderson sia diffidato, finirà sull'altare del Barbera. Insieme a tutta la squadra vista col Genoa. Il mister rilancia e raddoppia: vuole altri 3 punti per presentarsi alla Roma col fiato sul collo. Niente turnover, non è ancora il momento. Almeno secondo quanto si evince dall'ultimo allenamento. Lombardi lo fissa mentre trafigge Strakosha, ma Inzaghi ha occhi solo per Keita (in gol in partitella) e sopratutto Felipeto'o. Stavolta il brasiliano dovrà limitarsi a rincorrere gli avversari, a lanciarsi nei tackle (due nell'ultima gara), dovrà solo concentrarsi sotto porta e punire in un flash il Palermo. Come l'anno scorso: Anderson entrò e in 3' lasciò il segno. La prima panchina d'Inzaghi coincise con la sua rinascita dopo quasi due mesi di digiuno. Pure questo è un segno del destino. Ma, a dirla tutta dietro la rete, ai laziali sembra molto più fatale la presenza di Tagliavento addizionale. Così a fine seduta (oggi penultima rifinitura alle 12.30), Simoncino si ferma al Fersini e tranquillizza sugli spalti i bambini. E' strana la luna? In campo rimane Fortuna: provata ieri la difesa con Wallace e Radu ancora al centro (in odore di convocazione anche de Vrij), sugli esterni Basta (in preallarme Patric) e Lulic. Che però richiama Inzaghi sui continui cambi di moduli: «Per il mister è positivo avere giocatori jolly, per noi un po' meno. Grazie all'esperienza stiamo però riuscendo a sopperire alle difficoltà di dover sempre trovare misure diverse. Lo facciamo per il bene della squadra ed è giusto che tutti continuino a sacrificarsi l'uno per l'altro».

 

Il gruppo sarà la forza anche nel derby: «E' normale che io pensi a quella partita da tre mesi, da quando è uscito il calendario, ma prima c'è il Palermo, in difficoltà come l'anno scorso, e non sarà facile vincere. Vogliamo allungare questo trend di otto risultati utili consecutivi». Il record dell'era Lotito è di 10, ma Inzaghi ha già centrato quello della differenza reti (+12) e mandato in gol tredici giocatori diversi (Pioli 16 in 45 gare) in tredici giornate: «Questo significa che non siamo né Immobile né Felipe-dipendenti, nonostante loro stiano facendo benissimo. In questa Lazio segnano tutti perché c'è qualità in tutti i reparti». Tredicesimo assistman e sesto intenditore della Serie A più due centri per Lulic: «E' sempre bello metterla dentro». Così Senad segna nella bella e lo abbracciano tutti persino in partitella.

MERCATO
Avanti con la testa sgombra: «Impossibile, a Roma c'è sempre pressione - chiosa il bosniaco a Lazio Style - ma noi siamo abituati. Senza coppe c'è però più tempo per preparare le gare e questo ci aiuta. Il nostro obiettivo è rientrare in Europa e vogliamo riuscirci». Magari anche ai danni della Roma col calore del pubblico: la prossima settimana possibile amichevole a porte aperte a Formello. De Vrij oggi dovrebbe forzare coi compagni per essere al top il 4 dicembre. Così come Marchetti, che intanto verrà sostituito a Palermo da Strakosha, ieri in grande spolvero su Djordjevic. Strano il destino di Filip, che in Sicilia firmò una tripletta: dopo Paloschi e Heller, spunta l'ultratrentenne bulgaro Keseru (il Ludogorets chiede 5 mln) per sostituirlo a gennaio.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA