Italia a reti unificate. Ventura può contare su attaccanti dal gol facile

Italia a reti unificate. Ventura può contare su attaccanti dal gol facile
di Ugo Trani
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Mercoledì 31 Agosto 2016, 09:22
IL FOCUS
dal nostro inviato
FIRENZE Coverciano per loro, gli uomini gol dell'Italia: sotto la pioggia, vestendosi da incontrista, Giampiero Ventura addestra i suoi attaccanti. Ampia scelta, finalmente. Ne prova 4 su 6, chiede loro il comportamento da centravanti. Entrare in area e concludere. Insiste su Pellè, 7 gol azzurri in 17 gare, sul pupillo Belotti, alla prima convocazione, sull'emergente Pavoletti, chiamato da Conte nello stage del 24 maggio e tagliato solo al fotofinish dalla lista dei 23 per l'Europeo, e su Immobile, rilanciato nel Torino proprio all'inizio del 2016. Punta forte anche su Eder, probabile titolare domani sera contro la Francia a Bari (nel pomeriggio la partenza in charter da Firenze, Ventura ha concesso altri due giorni di permesso a Bonucci), e non trascura certo Gabbiadini, appena tornato in Nazionale.
ASSENZA INGOMBRANTE
Come sempre accade nella vita quotidiana, si parla più degli assenti che dei presenti. Uno in particolare. Il Grande Escluso. E' Berardi, l'italiano più ispirato del momento: 7 reti in 6 partite ufficiali. La distorsione al ginocchio, nella gara di domenica contro il Pescara, lo ha fermato sul più bello. Ma Ventura, senza prevedere lo stop, non lo aveva inserito sabato tra i 26 convocati. «Non è adatto al nostro sistema di gioco». Fuori dal 3-5-2, solo perché gioca da esterno. Tavecchio, chiedendo quasi il silenzio stampa sul talento del Sassuolo, ha avallato la linea del nuovo ct, ricordando i tempi in cui era presidente della Pontelambrese: «Non dobbiamo fare polemiche spicciole su un singolo calciatore. I giocatori vanno e vengono. Quando ero nel mondo dei dilettanti, mi chiedevano di tesserare un nuovo calciatore entro il venerdì sera perché la domenica avremmo poi vinto la partita. Gli davo retta, lo prendevo. Ma non abbiamo mai vinto. Conta solo l'organizzazione». Pellè, 2 gol in Francia, ha fatto la valigia dopo l'Europeo, volando in Cina. Questione di milioni di euro: 40, quelli dell'ingaggio per due stagioni, bonus compresi.
FISICO BESTIALE
Gioca nello Shandong Luneng che non è certo la Juve. Nemmeno d'Oriente. La lontananza potrebbe penalizzarlo e sfilargli la maglia azzurra. Per i 3 gol in 7 partite, e su consiglio di Conte all'amico di Ventura, è stato confermato. In questa nazionale solo De Rossi ha segnato più di lui: 18 reti. Ma con il nuovo ct le gerarchie potrebbero cambiare. Il rendimento stagionale sarà decisivo. Ecco perché qui sono arrivati Belotti e Pavoletti. L'attaccante del Torino, in 2 partite di campionato, ha segnato 4 gol. «La stagione è cominciata bene, appena tocco la palla, la butto dentro. Peccato per i due rigori sbagliati, potevo essere già a sei. Succede a tutti». E pensare che proprio con la trasformazione dagli undici metri, lo scorso 26 marzo nel derby, il Gallo disse stop al record d'imbattibilità di Buffon (973 minuti). Il dispetto al portiere della Juve e al capitano dell'Italia. Da centravanti vecchia maniera. «Mi butto negli spazi, chiamo la verticalizzazione e non mi spavento del contatto fisico. Le mie caratteristiche mi permettono di segnare in ogni modo. Di testa, di sinistro e di destro. Sono solo Belotti, felicissimo però quando mi paragonano a Casiraghi e Vieri. Guardo come si muove Aguero, mi è sempre piaciuto Shevchenko, campione pure d'umiltà. Non c'è una rete delle mie che metto al primo posto, spero solo di continuare a sfruttare ogni chance che mi capita. Anche un rimpallo va bene. Ringrazio Ventura. Che mi ha chiamato. E che mi ha aspettato. Solo un gol nel girone d'andata, undici al ritorno». Pavoletti, subito 2 gol con il Genoa contro il Crotone, prende quota. E' la prima alternativa a Pellè. Immobile ha segnato l'unica rete in azzurro due anni fa. Ma con la Lazio ha già fatto centro. Al primo colpo.