Italia-Francia, sempre il solito Deschamps: «Non sarà mai un'amichevole contro gli azzurri»

Didier Deschamps
di Ugo Trani
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Mercoledì 31 Agosto 2016, 19:35 - Ultimo aggiornamento: 1 Settembre, 09:40
dal nostro inviato
BARI Deschamps si presenta a Bari da vice campione d'Europa. Ma più che alle statistiche guarda alle qualificazioni mondiali. Il debutto è martedì prossimo in Bielorussia e la sua Francia è ancora da svezzare. Perché, dopo la finale di Saint Denis persa contro il Portogallo lo scorso 10 luglio, ha deciso di rivoluzionare i Bleus. Fuori il capitano Evra, spazio ai migliori ventenni del paese, alcuni dei quali presenti anche a Euro 2016. La partenza prevede qualche ostacolo: ha subito perso Coman e sta aspettando Sissoko, titolare anche a Parigi nella notte del ko contro la nazionale di Santos, dato in arrivo in serata dopo la firma a Londra con il Tottenham. «Non sarà mai un'amichevole contro gli azzurri. L'Italia non ha mai perso a Bari e Ventura ha scelto lo stadio San Nicola perché portafortuna. Prima o poi, però, cadrà e magari saremo noi a cambiare la storia».

LARGO AI GIOVANI
L'elenco dei suoi ragazzi è lungo: Sidibe, Digne, Kurzawa, Varane, Martial e soprattutto il diciannovenne Dembelè. Si coccola, però, Griezmann che, da capocannoniere dell'Europeo con 6 gol, è già avanti agli altri. Ma in 42 giorni è stato steso per due volte dal nemico numero Cristiano Ronaldo, finale di Champions a Milano e dell'Europeo a Parigi: «Lo voglio con un grande sorriso, pieno di vita ed entusiasmo. E con un vero senso del gruppo». Il test al San Nicola è dedicato agli altri: «Ho bisogno di dare minuti a tutti i giocatori. Sarà un match da giocare per entrare in forma. L'inizio stagione è sempre complicato. Mi fa piacere che sia qui Varane: peccato non averlo avuto tra i 23 dell'Europeo». Black out, invece, sul pupillo Benzema: «Non è argomento di oggi».

ADDIO CONDIVISO
Approva il trasferimento di Pogba allo United: «E' giovane, giusto che faccia questa nuova esperienza dopo aver dato tanto alla Juve e alla Nazionale.
Inevitebale per il nostro mondo». Quando Didier parla del club bianconero lo fa con grande partecipazione: «Ho vissuto cinque anni bellissimi a Torino: mi sono trovato benissimo è ho vinto tanto da giocatore. Ma anche da allenatore sono stato protagonista di un'annata unica, a livello umano e sportivo. Era la Juve della B, con viaggi un pò turistici... Un'esperienza supplementare».
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