Under 21, Petagna: «Zaza il mio attaccante modello». Morosini: «Se segno bacio la bandiera tricolore»

Under 21, Petagna: «Zaza il mio attaccante modello». Morosini: «Se segno bacio la bandiera tricolore»
di Valerio Cassetta
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Martedì 4 Ottobre 2016, 15:30 - Ultimo aggiornamento: 15:31
Secondo giorno di ritiro per l’Italia Under 21 di Luigi Di Biagio. Gli Azzurrini martedì prossimo, infatti, affronteranno in trasferta la Lituania, gara valida per le qualificazioni agli Europei del 2017. In mattinata l’attaccante dell’Atalanta, Andrea Petagna, ha incontrato la stampa all’interno del Mancini Park Hotel di Roma.


Emozione. Convocato per la prima volta in Nazionale dal c.t. Di Biagio, Petagna ha amesso: «Era un obiettivo che inseguivo da tanto tempo. Sono contento di essere qui e ringrazio il mister. Sono a disposizione di tutti. Vorrei andare all’Europeo e farò di tutto perché accada».


Bomber. Autore di un inizio scoppiettante con 3 gol all'attivo, l’atalantino ha dichiarato: «Per ora va bene e gira tutto, sono felice. Ho trovato una società importante e un grande allenatore. Cercherò di migliorarmi. Sono felice di essere all’Atalanta. Ho trovato fiducia. Gasperini in allenamento mi trasmette forza, e mi trasmette tanto, permettendomi di migliorare. Quella contro il Napoli è stata una rete importante, abbiamo ottenuto tre punti fondamentali per la nostra salvezza».

Gavetta. Andrea non ha dimenticato tutti i sacrifici fatti per arrivare nel grande calcio: «Ho girato tanto, ho fatto tante esperienze e ho giocato in tutte le sezioni Under. Ho militato in Serie B, poi sono andato alla Sampdoria e al Milan. E’ stata una gavetta lunga. Ora sono all’Atalanta, sono felice e continuerò così. Ho iniziato a giocare grazie a mio padre e mio nonno, che era un calciatore e ha allenato in Serie A avendo in squadra grandi giocatori come Capello, Reja e Bagnoli».

Bomber. Dotato di un fisico imponente, Petagna viene spesso soprannominato il “bisonte”: «Possono chiamarmi come vogliono. L’importante è che io faccia  bene e aiuti la mia squadra. Il mio attaccante modello? Ce ne sono tanti e cerco di imparare da tutti. Uno che mi piace molto è Zaza, mancino come me e dotato fisicamente. Il paragone con Vieri forse è esagerato. Prima di essere accostato a lui dovrei fare centinaia di gol».





Nessun rimpianto. Infine, interpellato sulla sua breve esperienza nel con la maglia del Milan, Petagna ha detto: «Ringrazierò sempre il club rossonero, perché mi fa fatto giocare tra i professionisti. Ringrazierò sempre tutti gli allenatori che ho avuto, tra cui Allegri, che mi ha fatto esordire in Serie A e in Champions League. Un mio ritorno a Milano? Sono tifoso del Milan, adesso però sono all’Atalanta e sto bene qui».





Oltre all’attaccante dell’Atalanta, ha parlato anche Leonardo Morosini, trequartista del Brescia


Sogno. Il fantasista ha commentato così la prima chiamata in Nazionale: «Esordire sarebbe un'emozione fortissima, è un orgoglio indossare questa maglia. Ho iniziato bene la stagione in questo Brescia molto giovane di mister Brocchi. Nel ruolo di trequartista mi sto trovando benissimo. Brocchi è bravissimo, fuori dal campo ci dà molta libertà e questo ci responsabilizza molto».


Passato e futuro. Cresciuto nel vivaio dell’Inter, Morosini ha detto: «Con i nerazzurri ho fatto 5-6 anni bellissimi, è la mia squadra del cuore. Mi hanno sempre voluto tutti, ma sto sempre a Brescia che è la mia seconda famiglia e lì sto benissimo».



Confronti. Paragonato a Pirlo, che iniziò la carriera nel Brescia, il giovane Leonardo ha dichiarato: «A Brescia hanno avuto giocatori incredibili, come Guardiola che ci segue sempre e altri miti come Baggio». Inoltre, sul suo ruolo ha precisato: «Sono un vecchio numero 10 che si deve adattare a nuove indicazioni tattiche, il trequartista sta scomparendo. Dopo l’Inter ho fatto una parentesi meno felice all'Albinoleffe, poi dovevo andare al Fulham, ma il Brescia ha creduto in me».




Esultanza. Dopo aver segnato il gol del 2-0 al Trapani con la maglia del Brescia nel novembre 2015, Morosini divenne celebre per un’esultanza particolare. Il fantasista baciò la bandiera della Francia, testimoniando la sua vicinanza alla popolazione transalpina, colpita in quel tempo da violenti attacchi terroristici. Interpellato nuovamente sull’episodio, Leonardo ha chiarito: «E’ stato un gesto spontaneo di un ragazzo di 20 anni. Se dovessi fare l’esordio e segnare, spero di baciare lo scudetto italiano».
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