IL VALORE
Ma quanto vale la Roma? Stando alla chiusura di Borsa di ieri, dove il club giallorosso ha terminato la seduta con un rialzo dello 0,71% a 0,44 euro, la capitalizzazione di mercato è di quasi 173 milioni di euro. Questo significa che effettivamente il valore del 40% del club potrebbe aggirarsi sui 75 milioni ipotizzati due giorni fa dall'agenzia Bloomberg.
Il club e il presidente Pallotta, come detto, hanno smentito che sia allo studio una cessione della società, ma di certo 75 milioni (ipotizzando ovviamente che gli eventuali soci venditori decidessero di reinvestirli nell'azienda oppure che l'ingresso dei nuovi azionisti avvenisse attraverso un aumento di capitale) non farebbero certo male alle casse del club. E questo sia perché il debito si aggira sui 150 milioni, ossia poco meno di quanto vale in Borsa l'intera società (si tratta principalmente del prestito con Unicredit e Goldman Sachs rifinanziato l'anno scorso a condizioni più favorevoli). Sia perché quest'anno, rispetto all'anno precedente, con la perdita degli introiti da Champions League, tira una brutta aria sulle entrate e sui ricavi. A ogni buon conto, esperti e osservatori di sport e di finanza guardano con attenzione al 7 ottobre, giorno in cui la società allenata da Luciano Spalletti alzerà il sipario sui numeri dell'esercizio chiuso il 30 giugno scorso. Secondo recenti indiscrezioni, il fatturato potrebbe superare per la prima volta i 200 milioni di euro. Un risultato che, tuttavia, sarebbe stato raggiunto fondamentalmente grazie alla Champions, motivo per cui l'esercizio in corso, che terminerà il prossimo 30 giugno, dovrebbe chiudersi con numeri inferiori e in ogni caso sotto i 200 milioni. Che facciano il loro ingresso diretto nell'azionariato della Roma o che entrino nella società funzionale alla nascita dello stadio, il presidente Pallotta è in contatto con tutta una serie di banche estere che gli facciano da consulenti e che lo aiutino nell'operazione. Nei prossimi giorni dovrebbe incontrarne tre a Londra. E qualcuno fa notare che in genere il finanziere americano (è gestore di un fondo hedge) lavora con Morgan Stanley e Goldman Sachs.