Juventus, la maledizione continua: è il settimo ko su nove finali

Juventus, la maledizione continua: è il settimo ko su nove finali
di Alberto Mauro
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Domenica 4 Giugno 2017, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 5 Giugno, 01:01

La maledizione Champions colpisce ancora e fa più male che mai, la sconfitta in finale contro il Real è l’ultima di una lunga serie, nelle lacrime dei giocatori a fine partita c’è tutto lo sconforto di un popolo juventino, abituato a gioie e trionfi in Italia, ma destinato a serate amarissime in Europa. Nove finali di Champions giocate, due sole vittorie e sette sconfitte. Basta questo dato a sottolineare l’avversione europea dei bianconeri, che negli ultimi 21 anni hanno collezionato solo sconfitte dolorosissime. Delle due vittorie europee una sarà per sempre ricordata per la tragedia dell’Heysel, gli unici sorrisi a Roma nel 1996, contro l’Ajax. Da quel giorno solo delusioni: nel ’97 la Juve super favorita fu sconfitta dal modesto Borussia Dortmund di Riedle, l’anno successivo la finale contro il Real fu decisa da un gol di Mijatovic, in sospetto fuorigioco. Poi ancora Manchester, 2003, la peggior finale degli ultimi anni vinta ai rigori dal Milan, due anni fa a Berlino si impose il Barcellona stellare, per chiudere con Cardiff, e il Real di Ronaldo e Benzema. 

 



Un verdetto crudele, difficile trovare la forza di ripartire, ma ci vuole altro per abbattere la Juve, che avrà qualche mese per resettare e ricaricare le pile prima di dare nuovamente la caccia all’Europa dal prossimo settembre. Sorride Zidane, in bianconero dal ’96 al 2001, meno panchine di Allegri ma più esperienza in Champions, cosa che probabilmente ha fatto la differenza. E’ stata comunque una stagione sensazionale, senza la ciliegina sulla torta ma con grandi soddisfazioni in Italia: doblete con sesto scudetto consecutivo, la forza della Juventus si misura anche grazie gli avversari, e in campionato Roma e Napoli si sono dimostrate all’altezza. 
 


Due anni fa a Berlino è mancato il fuoco dentro contro un Barcellona nettamente favorito, l’anno scorso invece l’avventura della Juventus si interrompe nel recupero, all’Allianz di Monaco, contro un Bayern mostruoso ma parecchio in difficoltà contro Morata e Cuadrado.
La Juve esce a testa alta, ma studia, e prende appunti decisa a non commettere più gli stessi errori. E puntuale si presenta a settembre con nuovi stimoli e una fame rinnovata, quella di Buffon e Barzagli, ad esempio che non hanno più tempo. Ma anche Pjanic, Dybala e Higuain a cacccia del primo acuto in Champions. Il girone inizia con il freno a mano tirato, 0-0 contro il Siviglia allo Stadium, tra i fischi nel finale, poi vittoria secca a Zagabria contro la Dinamo, il bivio a Lione: Juve presa a pallate dai francesi, tenuta a galla dalle parate decisive di Buffon, condotta alla vittoria da Cuadrado appena entrato dalla panchina. Tre punti d’oro, prima di un altro pareggio allo Stadium, contro il Lione, e le due vittorie decisive a Siviglia e contro la Dinamo. Girone superato in scioltezza per una Juve che a febbraio entra in condizione e si sbarazza del Porto (2-0 in Portogallo e 1-0 allo Stadium). Ai quarti c’è il Barcellona, il capolavoro di Allegri, 3-0 all’andata con doppietta di Dybala e gol di Chiellini, 0-0 al Camp Nou, un’impresa che consente ai bianconeri di superare di slancio anche il Monaco (2-0 doppietta di Higuain e 2-1) e mettere Cardiff nel mirino. La sconfitta contro il Real non cancella il cammino straordinario fino a Cardiff, di un gruppo che si è dimostrato capace di annientare i campionissimi della MSN grazie al sacrificio e l’organizzazione di squadra, elemento cardine nelle geometrie di Allegri. 

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