Juventus, prima in classifica ma mai convincente

Juventus, prima in classifica ma mai convincente
di Gianfranco Teotino
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Lunedì 24 Ottobre 2016, 10:01 - Ultimo aggiornamento: 14:18
ROMA Vincere non è importante, è l'unica cosa che conta. Chissà che Allegri non abbia preso troppo sul serio il vecchio, e discutibile, motto bonipertiano. Sì, perché il pericolo è che poi un allenatore sulle vittorie, e in specie, su certe vittorie un po' così, finisca per addormentarcisi sopra. Al punto che ora un po' tutti si interrogano se non si sia esagerato a definire una squadra di marziani questa Juventus che già per due volte nella stagione ha spento in anticipo i retrorazzi, come la sonda Schiaparelli, e si è schiantata su San Siro. Inutile precisare che stiamo comunque ragionando sulla capolista solitaria del campionato, reduce da una svista arbitrale senza la quale il risultato con il Milan sarebbe stato diverso e che ha ottenuto in queste prime nove giornate nove punti in più rispetto a un anno fa quando poi concluse da assoluta dominatrice.
MAI CONVINCENTE
Il problema però è che la Juventus gioca male, non è mai stata del tutto convincente neppure nelle vittorie, salvo quella con il Sassuolo, e non è per ora in grado di sfruttare in pieno le doti dei due campioni, Higuain e Pjanic, soffiati alle dirette rivali.
Sembra una squadra pigra, guidata da un allenatore finora piuttosto pigro anche lui. Adagiata sulle certezze garantite dalla grande vecchia super-difesa e dalla superiorità di organico schiacciante nei confronti di una concorrenza italiana ulteriormente indebolita dalle alterne vicende dell'ultimo mercato. Insomma, l'antico 3-5-2 di contiana memoria come rete di sicurezza, sufficiente a vincere in Italia e passare il turno in Champions. Poi si vedrà. Si sa che l'obiettivo quest'anno è un altro, ma c'è tempo, meglio non sprecare troppe energie adesso, né fisiche né mentali.
UN'ALTRA SQUADRA
Può essere un'idea. Forse. Ma nessuno finora ha mai fatto così. Le squadre vincenti a primavera si preparano in autunno. Questa Juventus rischia poco, ma non è mai dominante. Cambia marcia solo in caso di necessità: se va sotto con l'Udinese, se resta in dieci a Lione, se prende gol da Locatelli. Qualcosa di poco travolgente, però. Il centrocampo, in attesa di Marchisio, non ha ancora trovato un assetto definito. La manovra dipende troppo da Dybala, che ora mancherà almeno fino alla prossima sosta per le nazionali. Higuain si aspetta sempre che, come a Napoli, giochino tutti per lui. Degli altri nuovi acquisti, Dani Alves non sembra in grado di essere altrettanto efficace se deve coprire tutta la fascia (e pare anche un po' logoro), mentre Pjaca si è fermato quando ci sarebbe stato bisogno di lui.
I continui cambi di modulo funzionano solo quando i diversi sistemi sono tutti già collaudati. In questa Juventus non sembra sia così. Allegri dovrebbe lavorare di più su difesa a quattro, pressing, tempi e ritmi di gioco. Se vuole andare in fondo in Champions e non avere sorprese in campionato.