Juventus-Napoli, la partita più attesa dopo il cambio di Higuain

Higuain
di Piero Mei
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Venerdì 28 Ottobre 2016, 11:10
Non si affitta ai meridionali scrivevano i torinesi sui portoni delle case in anni lontani: ora non si vendono loro i biglietti di Juve-Napoli. E così nella superpartita del sabato del villaggio calcistico, domani sera (20,45), allo Juventus Stadium (ditelo come si scrive, stadium è parola latina e non inglese con la e al posto della a) il tridente leggero del Napoli, con tre finti nueve, sarà senza tifosi. Va bene: è una abitudine che sta prendendo piede un po' ovunque nella desertificazione perseguita dai governanti del pallone, ma è sempre un brutto vedere. Si replicherà, a mano contraria, a Napoli. 

Doveva essere la partita del dente avvelenato, dopo la migrazione di Higuain all'algida corte sabauda abbandonando la reggia degli allegri Borbone, che anche questa di dinastie è una delle differenze fra le due rivali d'occasione: Monsù Travet contro Pulcinella, due specie di equidi, la zebra e il ciuccio, due squadre con la Juve snob che snobbava il Napoli, ma poi costretta a farci i conti quando i 10 erano Platinì di là e Maradona di qua. Chi è il Maschio Angioino? chiesero una volta a Roi Michel che, soprapensiero, rispose: «E' Diego».

TRADIMENTO
C'era già stato, fra le due squadre, un grande tradimento: Altafini era diventato Core 'ngrato. Il che non è Higuain, perché adesso le canzoni napoletane di una volta, le bellissime romanze, non sono musica e poesia da Spotify e gli Youtuber rappano. Higuain è comunque, oltre che al centro dei sogni di gol (ma ne sta facendo meno perché non ha più una squadra che gioca per lui) al centro dei pensieri: a Napoli hanno fatto falò delle sue maglie quando Gonzalo è salito a Torino, con la Juve, che ormai ha anche molta liquidità, che l'ha preso in contanti anziché in cambio merce, come faceva una volta piazzando vecchie glorie o patacche non ancora individuate per tali. Cattivi pensieri quelli dei tifosi azzurri, anche se Chiellini taglia corto: «Non ha segnato alla Samp? Magari i gol se li è tenuti per il Napoli».

DATI
Eh sì: i numeri sono impietosi nella storia da quando la Juve si è costruita la Grotta del Tesoro, quella di Ali Babà e dei 40 ladroni: cinque volte il Napoli voleva dire apriti sesamo, cinque volte è tornata senza punti, un solo gol fatto e 12 subiti, l'ultimo a tempo che scadeva, autore Zaza, senza accento per loro del dove sta Zazà? (già: ma dove sta?). Si trascura il particolare degli scontri diretti dieci campionati fa, quando la Juve era scesa in B per Calciopoli e il Napoli stava risalendo dai suoi guai finanziari. E i numeri sono impietosi anche nella stagione: la Juve in casa ha vinto cinque volte su cinque (15 a 4 i gol), il Napoli viaggiatore ne ha vinte due su cinque (due pareggiate e una persa) con un parziale gol di 4-7. Però le partite non sono tabelline per scolaretti di aritmetica: e non è detto che aver comprato Higuain, che con le debite proporzioni è come aver portato a Venaria Reale il tesoro di San Gennaro, sia sufficiente. Mai fare arrabbiare San Gennaro...