Juventus, parte l'operazione triplete

Juventus, parte l'operazione triplete
di Alberto Mauro
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Martedì 23 Maggio 2017, 09:27
TORINO E' il momento di osare, sognare in grande e non accontentarsi. La Juve storicamente non lo ha mai fatto e per questo si è sempre spinta oltre, fino a riscrivere la storia ed entrare nella leggenda. Serve un pizzico di lucida follia per considerare i 6 scudetti consecutivi un trampolino di lancio e non un punto di arrivo, ma andate a dirlo a Buffon, Barzagli, Bonucci e tutti gli altri. Missione Italia compiuta, Coppa e scudetto in bacheca, ma ormai non basta più. Perché questa squadra è stata costruita per altri traguardi e non può perdere l'occasione che potrebbe essere anche l'ultima per alcuni dei più anziani di salire sul tetto d'Europa. In fondo non le manca nulla; ha spazzato via il Barcellona grazie alla miglior difesa d'Europa, e può guardare in faccia il Real senza paura.
LA CRESCITA
Negli ultimi anni la Juve è cresciuta, riportando l'Italia ai vertici del calcio internazionale, sfidando - da sola - l'egemonia delle spagnole, rischiando il colpaccio l'anno scorso contro il Bayern. Grazie alla fame dei senatori, le intuizioni di Allegri e la spensieratezza della meglio gioventù, prontamente ingaggiata da Marotta e Paratici bruciando sul tempo la concorrenza. Una concorrenza che in campionato si è fatta più agguerrita, Roma e Napoli quest'anno hanno macinato numeri da record, ma i bianconeri non hanno mai mollato il colpo. Qualcosa, però, è cambiato, lentamente ma inesorabilmente. Nella sua continuità di successi in Italia la Juve ha imboccato anche un binario parallelo, costruendo la sua evoluzione in Europa. Un passo alla volta, il ristorante da 100 euro di Conte è diventato un fast food, questione di atteggiamento, mentalità e vittorie che hanno irrobustito il carattere e la consapevolezza di una squadra che domina in casa, ma quando pensa all'Europa soffre. Due sole Champions conquistate, una tra le lacrime per la tragedia dell'Heysel, sei sconfitte in finale. Anche questo è un record, perché tra sfortuna ('83 Amburgo), pronostici ribaltati ('97 Borussia Dortumund), gol in dubbio fuorigioco ('98 Real Madrid) e calci di rigore ('03 Milan) l'Europa è in debito con la Vecchia Signora. Sono 21 anni che Torino aspetta di riconquistare quel trofeo.
OBIETTIVO
L'ossessione bianconera è diventato obiettivo concreto dopo i primi tre scudetti consecutivi. Nel 2015, anche un po' a sorpresa, la Juve ha bruciato le tappe regalandosi la finale di Berlino contro un Barcellona all'apice. Ha perso ma ha preso appunti, studiando i campioni avversari, rubacchiando un po' di esperienza. Proprio come l'anno successivo contro un'altra corazzata: il Bayern di Vidal e Coman, ammutoliti insieme l'Allianz Arena dopo il 2-0 di Pogba e Cuadrado, fino alle cannonate nel finale che hanno fatto crollare il castello juventino. Le fondamenta sono solide, il triplete non è mai stato così vicino. I tifosi ci credono già andati a ruba i biglietti slegati da pacchetti messi in vendita dalla società -, ma anche chi rimarrà in città avrà la possibilità di seguire la finale su 3 maxi schermo nelle piazze del centro, in caso di vittoria si prevede una notte di festeggiamenti selvaggi. I tre punti contro il Crotone hanno regalato ai bianconeri 48 ore per staccare la spina e ricaricare le pile, domani pomeriggio la ripresa in vista del Bologna, sparring partner prima del Real. Allegri contro Zidane pensa al 4-2-3-1 con un unico dubbio: Barzagli Cuadrado (la Juve ieri ha annunciato il suo acquisto definitivo), il primo favorito nella difesa a quattro davanti a Buffon, accanto a Bonucci, Chiellini e Alex Sandro. A centrocampo Khedira (recueperato) e Pjanic, poi Dani Alves, Dybala e Mandzukic alle spalle di Higuain. Un solo obiettivo, l'ultimo di una stagione già leggendaria, che può diventare la migliore in assoluto nella storia della Juventus.