L'Italia contro le Furie Rosse per fare la storia

L'Italia contro le Furie Rosse per fare la storia
di Ugo Trani
4 Minuti di Lettura
Lunedì 27 Giugno 2016, 08:59 - Ultimo aggiornamento: 16:46

dal nostro inviato
PARIGI La chance per la rivincita, quattro anni dopo l'umiliante ko in Ucraina, arriva fin troppo presto. Dentro o fuori, oggi pomeriggio (ore 18) allo Stade de France: l'Italia e la Spagna si sfidano per restare all'Europeo e affrontare la Germania nei quarti il 2 luglio a Bordeaux. Conte pensa anche in proprio e punta a posticipare l'addio alla Nazionale. L'ultima chiamata, dunque, è soprattutto per il nostro ct che, senza fare calcoli, ha chiuso in testa il gruppo E, ricevendo il diretto allo stomaco invece del premio ampiamente meritato: subito i campioni in carica. La Roja di del Bosque, già capace di strapazzarci a Kiev il 1° luglio del 2012, è la conseguenza letale dell'ottima partenza degli azzurri. Che hanno conquistato la promozione agli ottavi vincendo la prima e la seconda gara del torneo e sono finiti dal lato sbagliato del tabellone dove, se dovessero andare avanti, potrebbero incrociare, dopo i campioni del mondo, pure la Francia padrona di casa.

VETRINA UNICA
Conte, a metà luglio, comincerà la sua avventura con il Chelsea. Nella prossima stagione, però, il club di Abramovich non giocherà la Champions e nemmeno l'Europa League. Ecco perché il ct, già abitualmente maniacale nella preparazione di ogni match, da dieci giorni sta lavorando a questo appuntamento che ritiene cruciale per la sua carriera: il suo obiettivo è lasciare finalmente il segno in campo internazionale, sapendo che poi per un anno dovrà essere solo spettatore. La Spagna, insomma, diventa l'esame da superare per farsi conoscere da vincente pure all'estero. La sconfitta di mercoledì contro l'Irlanda non è piaciuta al ct. Ma il trend delle sue 23 gare sulla panchina azzurra è stato rispettato: Conte ha perso 4 partite, le amichevoli contro il Portogallo, il Belgio e la Germania, prima di cadere all'Europeo, nell'unica partita senza l'assillo del risultato. A Lilla, però, ha risparmiato otto titolari ai quali ha dedicato l'aggiornamento della preparazione atletica. E' il vantaggio che da Montpellier si è portato a Parigi, anche perché il collega del Bosque è sempre partito con gli stessi undici. Di quelli si fida. L'Italia, se tiene alto il ritmo, può limitare la tecnica della Spagna: il duello inizia lì, prima di ogni soluzione tattica che il ct ha studiato per cercare di non sfigurare contro i migliori. Che, in competizioni ufficiali, non battiamo da 22 anni: a Boston, nel mondiale Usa del 94.

GAP IMPRESSIONANTE
Niente è mai scontato nel calcio, figuriamoci se c'è Conte in panchina. Ma è impossibile negare la ricchezza dei campioni d'Europa, testimoniata dal rendimento dei club più celebrati del pianeta, e la povertà del nostro movimento, rappresentata dai pochi talenti che la serie A offre alla Nazionale. Sono 20 su 23 i calciatori della Roja che hanno partecipato all'ultima Champions, solo 10 gli azzurri. Nessuna italiana, su sei, è arrivata in questa stagione ai quarti delle due coppe continentali che, invece, sono state festeggiate entrambe in Spagna e per il terzo anno di fila. E a confermare la distanza, più che il valore dei cartellini dei giocatori delle due rose, sono gli ingaggi dei titolari a fare la differenza: i loro, con 70 milioni, guadagnano il doppio dei nostri.

STESSA FORMULA
Il gruppo di del Bosque è criticato in questi giorni perché ha meno personalità ed esperienza di quello di quattro anni fa: Casillas è in panchina, Xavi, Xabi Alonso e Arbeloa non sono più tra i convocati. Ma, a guardarlo bene, per sette-undicesimi è lo stesso del trionfo di Kiev. In più ha il centravanti: Morata. L'Italia, invece, ripresenta solo cinque vicecampioni d'Europa: Buffon, Bonucci, Chiellini, De Rossi e Giaccherini. E la resa di Candreva rischia di incidere sulla strategia: l'esterno rende più efficace il 3-5-2 di Conte. Che, però, non si deprime. E riparte, con De Sciglio (in ballottaggio con Darmian) e Florenzi le possibili uniche novità, dall'Italia organizzata e aggressiva che il 13 giugno, a Lione, prese il Belgio in contropiede. Anche tatticamente. La Spagna può rispondere passando dal 4-3-3 al 4-1-4-1, con Fabregas, come in Ucraina, falso nueve.