MODELLO FERGUSON
Una frase buttata lì, che fa infervorare i tifosi laziali, ma allo stesso tempo anche un segnale importante e fin troppo chiaro per il futuro, considerato che l’eventuale realizzazione del nuovo impianto laziale non è certo dietro l’angolo. Anzi, visto quanto sta accadendo ai giallorossi, il cammino che intraprenderà il presidente Lotito da qui a breve sarà velocissimo per lo stadio sulla Tiberina, l’iter un po’ meno e comunque si vedrà. Quello che ha voluto far intendere e ribadire tra le righe Inzaghi, ancora una volta, è quanto lui si veda sulla panchina biancoceleste per tanti e tanti anni ancora. Il lavoro che sta facendo alla Lazio è sotto gli occhi di tutti e gli estimatori non fanno che aumentare, ma Simone è davvero legato al club che l’ha cresciuto e lanciato. Il suo vero sogno, sin dai tempi in cui allenava la Primavera, era sì di salire in prima squadra ma di restarci per almeno dieci anni, se non di più. Per questo è rimasto sempre affascinato da Alex Ferguson e dall’idea di legarsi alla Lazio per anni, plasmare e formare una squadra da vertice e vincere trofei. Una cosa mai vista in Italia, se non in qualche modo con Ancelotti nel Milan, ma lui vorrebbe tanto infrangere questa specie di tabù. E all’interno del suo nuovo contratto c’è proprio questa possibilità.
PARTITA E FELIPE
Sulla gara, il tecnico conferma i tanti cambi e, guarda caso, esalta i giovani della Lazio. Sempre il futuro. «Stanno facendo benissimo e meritano di giocare», dice Inzaghi che stasera, a parte Murgia e Crecco, darà la possibilità a Miceli, classe ’99 di giocare dall’inizio. Accanto a lui c’è Felipe Anderson che stasera con lo Zulte tornerà a giocare dopo quattro mesi di stop. «Non sono al massimo – ammette il brasiliano -, ma vorrei arrivare presto al cento per cento per dare qualcosa in più alla Lazio e ai miei compagni. Ruolo? Spero di giocare in avanti e fare più gol possibili». Per lui e, forse per Wallace, ci sarà una chance negli ultimi trenta minuti di partita.
© RIPRODUZIONE RISERVATA