La Lazio vuole ripartire da Keita e Anderson

La Lazio vuole ripartire da Keita e Anderson
di Alberto Abbate
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Venerdì 2 Settembre 2016, 08:56 - Ultimo aggiornamento: 15:15
ROMA In Senegal ritrova il sorriso, ma anche la voglia giocare. Keita dovrà chiedere scusa a Inzaghi e a tutto spogliatoio (i senatori irritati) per ritrovare il campo. Internamente e pubblicamente. Lotito è in pressing da giorni ed è convinto che lo farà. Magari non a breve, ma si convincerà, con le buone o con le cattive. Keita resta a Roma e può riprendersi la Lazio, motivato e pentito. Più di qualche rimorso già c'è, perché il Balde giovane si guarda intorno, richiama vecchi amici, agenti (c'è ancora una causa in corso per l'incidente con la Lamborghini noleggiata seguita dall'avvocato di Savini) e soprattutto perché rischia di restare fuori rosa fino a quando non tornerà sui propri passi. Forse indotto a farlo persino dal peso di quella mancata visita legale con il professor Rodia: Lotito e Tare sono convinti di riuscire così, poco importa quando (se fra 1, 2 o 3 mesi), a farlo rinnovare sino al 2020 (con clausola rescissoria intorno a 25-30 milioni). Intanto mancano due anni alla scadenza del suo contratto, troppi perché possa andare in porto persino il piano diabolico dell'agente Calenda di liberarlo a parametro zero. Nessun parcheggio Oltralpe (Monaco o Lione) né Oltremanica (WBA, Liverpool), così Keita è pronto a ripensarci. Per convenienza (non gli bastano 700mila euro per tutte le sue magagne), ma un po' anche per effettivo senso di colpa verso tifosi e compagni.
ATTACCO
Sliding doors in corso. Ma se il caso del senegalese non dovesse rientrare, la Lazio ne uscirebbe doppiamente indebolita lì davanti. Ceduto per 22 milioni (più tre di bonus) Candreva all'Inter, ci si aspettava un nome di grido per sostituirlo. Non certo Cerci, scartato per le condizioni fisiche anche dal Bologna, ma nemmeno il buon Luis Alberto, fantasista tra l'altro con tutt'altre caratteristiche. Si punta tutto su Felipe e lui promette: «Io sono disponibile per entrambe le fasce, ma credo che giocherò più a destra. Mi aspetto la migliore stagione possibile per me, ma soprattutto per la Lazio». Con la Juve ancora troppo poco: «Abbiamo pagato qualche disattenzione, ma ora ho già capito come vuole essere servito Immobile, sulla corsa verso la porta. Stiamo già migliorando il nostro affiatamento, con lui faremo grandi cose». In realtà Ciro svaria molto sul fronte offensivo, potrebbe pure partire esterno a sinistra, ma a quel punto mancherebbe un centravanti. Djordjevic non è in condizione, Inzaghi ci crede, ma chissà che nei prossimi giorni alla Lazio non passi per la testa di pescare fra gli svincolati uno fra Bendtner, Adebayor o Berbatov. Al momento fantasia.
CENTROCAMPO
Il colpaccio inosservato è a centrocampo e si chiama Lucas Biglia. Da non sottovalutare la permanenza del regista argentino, vero fulcro del gioco biancoceleste. In arrivo l'annuncio del rinnovo sino al 2020: al suo fianco Inzaghi spera che Parolo possa tornare quello del primo anno o semplicemente essere quello dell'Europeo. Milinkovic dovrà invece sgrezzarsi nel ruolo di mezz'ala, conteso col jolly Lulic, Cataldi provare a diventare il vice-Biglia, dopo tante prove fallite. E Morrison? Svanito in extremis il ritorno in Inghilterra, dovrà cercare ancora di non passare almeno altri 4 mesi da fantasma a Formello. Per il resto, poco importa che Inzaghi si sarebbe tenuto volentieri Onazi invece di dover studiare lo sconosciuto Leitner.
DIFESA
E' il reparto che davvero esce rinforzato da questo mercato. Innanzitutto perché riabbraccia de Vrij, corteggiato sino alla fine dal Chelsea di Conte. Stefan deve ancora tornare davvero, non è al top, ma l'angolano Bastos - alla prima uscita - ha già dimostrato di poterne colmare, con corsa e velocità, le momentanee e ovvie lacune fisiche dopo un anno ai box. Studia italiano, Wallace, con l'amico Felipe: certo, 8 milioni forse sono troppi per una riserva, ma la Lazio non poteva più stare con Mauricio, Bisevac e Gentiletti lì dietro. E nemmeno con Berisha, primo fra i pali, secondo le intenzioni della società. Marchetti resta, protetto da Inzaghi e Peruzzi, adesso potrà distendere meglio i guantoni e chiudere la porta. Guai però a cadere di nuovo, con Vargic - ora secondo, ma fino all'ultimo in vendita - potrebbe aprirsi un portone.