LE SCELTE
Prima del mercato era arrivato Pioli, che, al di là dei dubbi legittimi che ne avevano accompagnato la scelta, si sta mostrando l'uomo giusto al posto giusto. Quel che ci voleva per riportare un po' di sana normalità. Del resto l'organico allestito fin dall'estate dalla proprietà cinese è da top team: magari certe scelte sono state slegate fra loro, i quasi 30 milioni spesi per Gabriel Barbosa restano un mistero, ma l'Inter ha 18 giocatori che possono ruotare senza che la qualità si abbassi. Roma e Napoli sono magari più solide o più brillanti, ma non hanno le stesse possibilità di scelta. Grazie a Pioli, l'Inter non è più un'armata Brancaleone: è tornata a essere squadra. Restano limiti e margini di miglioramento: i movimenti della linea difensiva non sono sufficientemente coordinati, i terzini non sembrano all'altezza, giocatori importanti come Joao Mario e Banega non hanno ancora trovato la giusta collocazione, Icardi, formidabile finalizzatore, dovrebbe essere maggiormente coinvolto negli sviluppi del gioco. Però al nuovo allenatore vanno attribuiti meriti anche di carattere psicologico. E' riuscito, fra l'altro, a coinvolgere e recuperare Brozovic e Kondogbia che per ragioni diverse sembravano persi alla causa, e non solo per colpe loro. In particolare il francese sabato sera è stato formidabile: Gagliardini, al debutto, ha rubato gli occhi, ma Kondogbia a una lettura più attenta e a mente fredda della partita risulta essere stato, secondo tutti gli indicatori, persino più efficace e preciso. Se il campionato fosse cominciato un mese fa, Roma e Napoli, ma pure Milan e Lazio naturalmente, avrebbero avuto di sicuro un avversario in più nella lotta per la leadership alle spalle della Juventus. Così invece dovranno sì guardarsi anche alle spalle, ma sapendo che l'Inter per raggiungere l'obiettivo primario dovrà compiere un'arrampicata ripidissima. Al limite dell'invalicabile. Con una scala a Pioli, naturalmente.