«La mia Viola no limits». Gol, magie e assist: Ilicic lancia la Fiorentina verso lo scudetto

«La mia Viola no limits». Gol, magie e assist: Ilicic lancia la Fiorentina verso lo scudetto
di Mario Tenerani
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Venerdì 8 Gennaio 2016, 08:43
L'arma della Fiorentina, che insegue Inter e Napoli è certamente il gioco. Uno dei protagonisti più preziosi è Josip Ilicic, trequartista sublime. Lo sloveno in 14 partite di campionato (1017 minuti), ha segnato 9 gol (6 su rigore), più 4 assist. E altre 2 reti in Europa League. Ilicic, intelligente in campo e fuori, non si nasconde: «Non ci considerano in Italia, chissà perché. Ma noi possiamo vincere lo scudetto. Abbiamo il gioco migliore. Ora, però, temo la Lazio, il nostro tabù».
Ilicic, è la sua migliore annata?
«Mai avevo avuto una prima parte di stagione così bella».
Eppure a Firenze all'inizio è stata dura, poi cosa è successo?
«Prima di venire alla Fiorentina non ero mai stato in panchina. Devo giocare per rendere».
Lei ha già segnato 11 gol: dove vuole arrivare?
«Non mi pongo limiti e spingo al massimo».
È vero che la Fiorentina non è considerata?
«Verissimo. Eppure stiamo facendo un calcio straordinario che da anni non si vedeva in Italia. Il perché non lo so, forse quelli che non ci considerano ritengono che noi non abbiamo squadra. E invece...».
E invece?
«Noi abbiamo la squadra migliore. Quantomeno per il tipo di gioco che esprimiamo. Neanche Juve, Roma e Napoli arrivano a questo livello. Noi, fino a questo momento, abbiamo dimostrato qualcosa più di loro».
Come nasce questa identità?
«Già con Montella avevamo fatto molto bene. Sousa ha cambiato poco perché ha trovato calciatori abituati a muoversi tenendo palla a terra».
Come è Sousa?
«È bravissimo a gestire il gruppo. Sorge un problemino e lui risolve tutto immediatamente. Credetemi anche con le parole si possono superare molte criticità».
La Fiorentina gioca splendidamente, ma in testa c'è l'Inter che non riscuote il premio della critica. Dov'è l'errore?
«I nerazzurri stanno vincendo, evidentemente se sono davanti a noi sono più bravi. Ma il campionato è lungo e forse in Italia non basta giocare bene, ma è pur vero che qualcosa abbiamo sbagliato anche noi».
E la Juve che vince da 8 gare consecutive?
«Se prendiamo la qualità dei giocatori, la storia e la mentalità per me resta la squadra più forte in assoluto».
La Roma è in crisi.
«Francamente sono sorpreso. In estate la davo vincente per lo scudetto, formazione fortissima. Ma non so che succeda dentro la società e non mi interessa».
C'è anche il Napoli.
«Attacco di grande spessore e buon calcio in generale. Higuain è il calciatore del campionato che mi ha impressionato di più. Sarri capisce tanto di pallone, lo aveva già dimostrato a Empoli».
Milan, grande delusione.
«Per me no. Ero già perplesso all'inizio del campionato, non mi aspettavo un Milan da alta classifica perché non mi pareva una squadra forte».
Veniamo alla Lazio: domani arriva al Franchi.
«Contro di loro abbiamo sempre sofferto. Negli ultimi 5 anni al Franchi abbiamo vinto solo nel 2012-13, poi 4 sconfitte. Anche l'anno scorso con gli esterni ci misero in grande difficoltà, penso a Candreva soprattutto. Ma noi vogliamo vincere per diventare campioni d'inverno, Inter permettendo».
Nella Fiorentina c'è Bernardeschi.
«È giovane e di grande talento, ma a me piace parlare di tutti i miei compagni. Ricordatevi, se non c'è un gruppo di livello il singolo non emerge».
Si parla molto di mercato: le voci le danno noia?
«Non guardo i nomi, non ci penso. È compito della società pensare a questo. Io devo solo giocare e bene».
Il suo contratto scade nel 2018: ha intenzione di rinnovare?
«Io voglio rimanere in viola per tanti anni ancora e voglio vincere a Firenze perché non ho mai alzato trofei. La società parlerà col mio procuratore, spero succeda qualcosa di bello».
Il calcio italiano in quali condizioni versa?
«Era calato, ma adesso mi pare si stia riprendendo. Sono arrivati giocatori di qualità e la finale Champions della Juve di un anno fa dimostra che i valori stanno tornando».
Chiudiamo con l'Europa League: a febbraio ritroverete dopo 12 mesi il Tottenham.
«Sì, ma credo che stavolta sarà più difficile. Ora ci conoscono bene. Ma non abbiamo alternative: dopo la semifinale, adesso puntiamo alla finale di Basilea».
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