Lazio, a.a.a. sostituto di Candreva cercasi

Lazio, a.a.a. sostituto di Candreva cercasi
di Emiliano Bernardini Alberto Abbate
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Venerdì 7 Ottobre 2016, 08:32 - Ultimo aggiornamento: 10:31
ROMA La parabola del buon Pastorello racconta la verità. Era ormai una «pecora nera» a Formello, Candreva: «Credo che dalla cessione di Antonio ne abbiano tratto beneficio tutti. Il ragazzo, dopo 5 stagioni alla Lazio, aveva dato tutto - spiega l'agente - e credo che alla fine Lotito abbia fatto bene a cederlo ad una cifra importante (22 milioni più tre di bonus, ndr), investendo poi i soldi per altri giocatori». Secondo l'ultimo prospetto di bilancio 31,25 milioni per quattro acquisti a fronte dei sei nuovi innesti. Ma dov'è il sostituto di Candreva? «Non sarà facile individuarlo, ma ci manca e troveremo un esterno», la promessa di Tare il 10 agosto. Rafforzata dall'aspettativa d'Inzaghi: «La società sta lavorando e io mi fido». Dopo le trattative fallite per Ntep del Rennes, Praet (finito alla Samp), l'irraggiungibile Boudebouz, Viera de Las Palmas e soprattutto in extremis Dirar del Monaco, non sarebbe stata certo Cerci la soluzione, scartato per le condizioni fisiche anche dal Bologna, ma nemmeno il buon Luis Alberto, fantasista tra l'altro con tutt'altre caratteristiche. La Lazio ora punta tutto su Felipe, ma - dopo questa frenetica ricerca - non fateci credere che fosse l'erede scontato di Candreva.
I MISTERI
Di necessità (o errori), si fa virtù. Di Luis Alberto sinora c'è traccia solo all'ombra del Colosseo, in una foto da turista per Roma. Magari in questa sosta riuscirà a rimettersi in pari col gruppo, a far vedere tutto il suo valore, ma ancora Inzaghi gli preferisce addirittura il baby Lombardi (prima della rete all'Atalanta a un passo dalla Sembenedettese) e l'unica certezza a destra si chiama Felipe. E il problema è che a sinistra si sta ricreando la stessa situazione: Lazio costretta a reintegrare il ribelle Keita per assenza di alternative. L'ultimo ricordo di Kishna, guarda caso, risale a uno spezzone col Chievo. Prima solo 66' in campo contro l'Atalanta al debutto (con il Balde giovane ancora fuorirosa), poi il buio. Ed ecco la giustificazione di Ricardo dal ritiro dell'Under 21 olandese: «Ci vuole un po' per abituarsi con un nuovo allenatore. Inzaghi gioca in maniera diversa, devo ancora trovare la mia dimensione». Eppure con Pioli la storia non era poi così diversa. Undici gare in campionato, 2 gol in 557' totali (meno dei 630' di de Vrij in queste prime 7 giornate), tante secondo Ricardo: «Ho giocato molto col vecchio allenatore, ma poi c'è stato l'infortunio e il recupero è durato parecchio». In realtà non sembra mai finito.
I CASI
Non lo vede, Inzaghi. E ora, alla luce di quanto successo con il dopo-Candreva, prega ancora per Keita. Che, ironia del destino, potrebbe fare la stessa fine nerazzurra: l'agente Calenda chiacchiera con Ausilio, l'Inter non molla il giovane talento. E già a gennaio potrebbe riemergere la telenovela. Non a caso Tare richiama il Rennes per Ntep: «Dipenderà dall'offerta biancoceleste - ammette il ds Buisine - ma anche Grosicki partirà». Volato ieri sera in Argentina (rientro previsto giovedì prossimo), Biglia, per proseguire con il medico della Nazionale la cura a base di fattori di crescita per la lesione al polpaccio. Guariti Marchetti e Basta, saranno in gruppo martedì. Quando rientreranno a Formello i primi nazionali per preparare la sfida col Bologna e puntare ad altri tre punti casalinghi: «Nessuno si aspettava questa classifica - giura il vice d'Inzaghi - ma ora possiamo migliorare. Modulo? Io scelgo il 4-3-3 e i suoi derivati». Una zuppa di Farris.