Lazio, attacco Immobile: 14 vittorie su 15 quando Ciro va in gol

Lazio, attacco Immobile: 14 vittorie su 15 quando Ciro va in gol
di Emiliano Bernardini
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Sabato 17 Febbraio 2018, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 15:57
Pensieri e parole affollano la testa dei giocatori della Lazio. La mancanza di vittorie, quattro turni tra coppa e campionato, ha portato via con sé anche la tranquillità. Sereno variabile il clima all’interno dello spogliatoio. Subito dopo la sconfitta contro la Steaua qualcuno nella pancia dell’Arena National ribolliva di rabbia, qualcun altro ha addirittura iniziato a piangere per il mancato utilizzo (Patric). Chi chiede spazio, chi ne ha e non lo sfrutta: Inzaghi ora deve rivestire i panni dello psicologo per rimettere a posto tutti i pezzi. Dovrà toccare le corde giuste, come già fatto in passato, riconoscendo i meriti di ognuno. Non sarà un lavoro semplice perché anche la fortuna sembra aver voltato un po’ le spalle ai biancocelesti. 

EQUILIBRISMI
Fondamentale ritrovare l’equilibrio che ha permesso alla Lazio di stupire mezza Europa per il suo gioco. Giocare ogni tre giorni ha fiaccato le energie mentale e il tutto inevitabilmente si ripercuote sulle gambe dei suoi giocatori. Lampante il calo di ritmo delle ultime prestazioni. Ecco allora che nella testa di Inzaghi, e non solo, è già chiara la priorità degli obiettivi. L’Europa League è al terzo posto. In cima c’è il campionato e quella qualificazione in Champions che manca da ormai troppo tempo. Simone ha parlato con tutti i suoi giocatori perché in questo momento c’è bisogno di lottare per il simbolo sulla maglia e non per il nome scritto dietro. In troppi, forse anche a causa delle troppe lodi, hanno accusato vertigini da aria d’alta quota. I tormenti di Felipe Anderson, la vanità di Sergej Milinkovic, la luce offuscata di Luis Alberto, le ombre di Nani, il futuro di de Vrij, la stanchezza degli stakanovisti Parolo, Leiva, Lulic e Radu. E soprattutto le polveri bagnate di Ciro Immobile. 

REALIZZAZIONI
Non è un caso che da quando Ciro non segna più la Lazio è entrata in crisi. Perché se è vero che il gruppo è l’arma in più e il gioco la ciliegina sulla torta, è altrettanto vero che i gol sono la base per le vittorie. Il problema alla coscia lo ha condizionato e ora il capocannoniere del torneo è entrato nel classico tunnel dei bomber: tristi senza reti. Sono cinque gare che il centravanti biancoceleste non timbra il cartellino e non può essere un caso che la Lazio non vinca da quattro. Un digiuno così lungo Ciro non lo faceva dalla stagione 2016 quando non trovò la via del gol per sei turni. I numeri e le statistiche non mentono mai e allora andando a spulciarli bene si scopre che i biancocelesti hanno vinto quattordici della quindici gare in cui Immobile è andato a segno, praticamente una percentuale del 93% di successi. Percentuale che cala vertiginosamente al 41% quando Ciro non riesce a fare gol. Solo cinque vittorie in dodici partite senza l’attaccante sul tabellino dei marcatori. Una flessione che nel corso di una stagione ci può stare. Il guaio è che Simone non ha altre armi dello stesso calibro a sua disposizione. Caicedo non si è dimostrato all’altezza. Immobile scalpita perché non vuole sciogliere i lacci di quella scarpa d’oro che si sentiva già al piede. «Ci vediamo a Roma», ha urlato ai romeni della Steaua. Ora più che mai sente una grossa responsabilità sulle spalle e non vuole deludere. Soprattutto deve dimostrare a se stesso e agli altri di avere la stoffa del leader.
 
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