Lazio, il gol per nemico: in attacco segna solo Immobile

Lazio, il gol per nemico: in attacco segna solo Immobile
di Emiliano Bernardini
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Martedì 18 Ottobre 2016, 09:24 - Ultimo aggiornamento: 09:26
ROMA Lancio lungo, palla sulle fasce e proviamo ad abbracciarci per farci caldo. Lassù fa freddo con questi gradi di separazione del gioco. Perché, contro il Bologna, torna ed essere quello prima di Udine. Perché stavolta Parolo vice-Biglia non funziona. Perché de Vrij e Hoedt diventano i registi arretrati, un tempo ciascuno. Non lasciatevi ingannare dal 68% di possesso palla, piuttosto concentravi sui 63 cross, record degli ultimi due anni. Così le fasce s'alternano: 20' iniziali li gioca Keita, prima di sparire; negli ultimi 20' finali invece riappare Felipe, disperso per tutto il primo tempo in una superficialità effimera. Poi entra pure un inutile Luis Alberto, un altro trequartista (?), che non la mette dentro. Candreva via, lui vende solo malinconia. Eppure la Lazio ha più fantasia che gol al potere: se sbaglia Immobile, non segna nessuno. Dietro Ciro, c'è il vuoto: trasparente, Djordjevic (a digiuno da aprile scorso), per 90', persino nel riscaldamento. Venticinque tiri verso la porta, sette solo del centravanti partenopeo non proprio in giornata. Alla fine centra il rigore e sono comunque 5 i gol d'Immobile già in otto giornate. E' bastato poco per far diventare Ciro il nuovo Miro. Abitudine a segnare e a pescare. Anche Immobile, come Klose, per rilassarsi lancia un amo in acqua. La prossima, per lui, sarà un tuffo in porta nel passato, ma adesso c'è da sciogliere il futuro della rete.
COSCIENZA
Un passo avanti. Non è un caso che Tare e Lotito si stiano muovendo per Lapadula a gennaio. Mancano però due mesi e mezzo al mercato d'inverno e bisogna subito metterci una pezza. Sabato pomeriggio Inzaghi era al Fersini, di nuovo in gol bomber Rossi: Simoncino lo studia da un mese, vuole fargli fare il salto, ma non certo bruciarlo. Eppure ci sarebbe bisogno eccome del suo istinto da killer. Immobile può avere la giornata storta, qualcun altro deve metterla dentro. E anche gli altri devono migliorare la mira: incredibili gli errori di Milinkovic a macchiarne una prestazione ottima, insieme all'errore su Helander in occasione del vantaggio del Bologna. Il terzo centro subito da calcio piazzato. E per colpa di un'ingenuità di Radu, che salterà Torino per squalifica. Al suo posto Lulic (o Patric in caso di rientro di Basta), a meno che Inzaghi non decida di tornare alla difesa a tre. Dopo de Vrij alla testa, pericolo scampato anche per Wallace. Il giudice sportivo non utilizzerà la prova tv, dopo il rigore generoso fischiato domenica dall'arbitro Di Bello.
DIFFERENZE
La Lazio ha un punto in meno della scorsa stagione, ma un posto più in alto. A questo punto la squadra di Pioli era sesta con 15 lunghezze, Inzaghi è quinto col Napoli a quota 14. Un peccato perché oggi poteva essere secondo con la Roma. Un peccato perché, dietro la Juve, questo campionato è più aperto di quello precedente. Ma alla fine salta chi segna di più, chi centra un gol in più. Per questo serve un altro attaccante per la Champions, per questo non basta certo Djordjevic. Per il quale il Lione torna a fare sul serio. Così Filip, con un posto fisso in panchina, mastica l'addio prima ancora di Keita, dopo l'incontro segreto di venerdì con Tare. Ntep vuole sostituirlo subito a gennaio («Non ho firmato il rinnovo, potrei lasciare il Rennes subito»), ma Balde sarà artefice del suo destino. Potrà ancora essere un figlio delle stelle oppure spegnerle. E crescere al contrario. Di sicuro però nelle vene lui ha più adrenalina. Fa parte della nuova generazione biancoceleste al potere.