Anderson-Keita, nella Lazio va in scena il patto del gol

Anderson-Keita, nella Lazio va in scena il patto del gol
di Alberto Abbate e Daniele Magliocchetti
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Venerdì 14 Ottobre 2016, 09:20
ROMA Saudade del gol: Felipe ora vuole la rete. Nostalgia di casa: Felipe non segna all'Olimpico addirittura da 8 mesi. Dal 12 febbraio col Verona, in campionato. in Europa League dal 25 contro il Galatasaray. Poi un altro acuto il 10 aprile a Palermo (la prima d'Inzaghi) poi il buio sotto porta. Anderson è stanco di far gioire gli altri, Anderson chiede aiuto a Keita. In cambio di un assist, gli offre una cena: mercoledì sera passi di samba in una nota churrascaria sulla Cassia, con loro anche il fratellino Tounkara. E pensare che il brasiliano era atteso all'Olimpico per la partita della Pace, magari con l'idolo Ronaldinho a servirlo si sarebbe sbloccato prima. Invece, nulla. Tutta colpa di una caviglia distorta, che per fortuna già ieri girava a meraviglia a Formello. Nessuno stop, nessuno stiramento, Felipe è in fermento: col Bologna conquistò il suo primo rigore in Serie A (trasformato da Biglia) all'ultima giornata della stagione 2013/14, dopodomani ci sarà e magari riuscirà a liberarsi del peso dei gol. Ne fece a palate la seconda annata Felipe: 10 in campionato, come il numero sulle spalle che l'anno scorso l'ha abbandonato. In queste sette giornate no, ma Anderson ha giocato solo per i compagni, adesso è il momento di togliere dalla rete i ragni.

APPLICAZIONE
Felipe buongiorno si vede dal mattino. Non è in crisi, non è in disparte, ci mette sempre il suo zampino. Un assist al bacio, un semplice tocco di piatto a Udine per il 2-0 di Keita. Adesso da lui pretende lo stesso. Saranno finalmente di nuovo insieme dall'inizio lì davanti: 4-3-3 che funziona e vince, non si cambia. A destra persino, c'è Patric terzino: differenziato per Basta ancora cionco, c'è già chi lo sta ribattezzando il nuovo Konko. Prime prove con tutti i nazionali comunque ieri al Fersini: Immobile in gol su rigore persino nella partitella finita 2-0 con la rete finale di Murgia, già pronto a sostituire Parolo - quando ce ne sarà bisogno - in regia come vice-Biglia. Anche col Bologna, Felipe aiuterà il centrocampo, ma sarà molto più devoto al gol dell'ultima domenica. Adattato esterno nel 4-1-4-1, terzino nel 3-5-2, il brasiliano sta seguendo alla lettera Inzaghi.
 
Sta rispettando le promesse, ma ora vuole almeno un centro in più nella prossima kermesse. Dopo i due passaggi decisivi in questo campionato per scacciare l'ombra di Candreva (primo con lui, Icardi e Totti dopo 7 turni) nella speciale classifica degli assistman.

ESERCITAZIONE
Prende la mira, Felipe vuole segnare. Cappellino, fucile ed occhiali. Sta cercando nel Softair l'istinto del killer. Domenica, subito dopo Udine, era a Ponte Galeria con tuta mimetica, giubbotto antiproiettile e zainetto. Con Wallace, il fratello e altri amici per un'esercitazione per migliorare le capacità fisiche e motorie, per aguzzare la mente. Forse è questo il segreto della sua rinascita psichica. Motivato, convinto, semplicemente Felipe: «Quest'anno sarà il migliore della mia carriera», ha giurato la scorsa settimana. Perché crede nella Lazio e addirittura nel sogno Champions. A 23 anni, dopo 3 stagioni a Roma, Felipe sembra già un veterano, ma sul suo domani non scioglie alcun arcano: «Ho voglia di crescere, se sarà con la Lazio meglio». L'incognita resta perché Bertolucci, che ha ricevuto la procura ad aprile dalla sorella Juliana, sta lavorando già per un futuro lontano dalla capitale nei prossimi anni. In particolar modo al Chelsea. Arrivano conferme da Londra, ma Lotito non lo cederà per meno di 40 milioni. D'altronde son costati di più tanti bidoni. Invece, da ultimo bilancio, erogano servizi per 7 milioni le sue aziende alla Lazio. Un continuo dazio, il presidente non è mai sazio.