Lazio, Immobile si schiera con Keita: domenica contro il Chievo Balde ha la sua occasione

Lazio, Immobile si schiera con Keita: domenica contro il Chievo Balde ha la sua occasione
di Alberto Abbate
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Giovedì 8 Settembre 2016, 08:50 - Ultimo aggiornamento: 14:01
Scurdammoce o passato. Salvalo tu, Ciro: «Con Keita formiamo un grande attacco». Bomber Immobile si riscopre assistman. Sorridente, ieri, in Paideia. Non sarà certo una botta con l'Italia a tenerlo fuori col Chievo: «Sto bene, non ho nulla di particolare. Domenica a Verona ci sarò e spero di fare bene». Coccoliamoci il ricordo. Perché nella sua mente riaffiora subito un regalo alla vigilia di Natale. Ventitré dicembre 2013, diciassettesima giornata, al Bentegodi realizzò una doppietta proprio contro il Chievo. Era il principio della scalata al titolo di capocannoniere di quella stagione col Torino, con 22 centri in 33 partite. Adesso i laziali sognano che possa ripetersi, anzi che possa sgombrare i paragoni ingombranti di Giordano e Signori: «Sono onorato, qui alla Lazio sono passati diversi attaccanti forti e io spero di ripercorrere le loro orme». A Verona ci sono ancora le sue impronte di due anni fa a pochi passi dalla porta. Il primo gol su assist di Cerci, adesso Ciro cerca quello di Keita: «L'ho rivisto ieri, l'ho visto motivato». E' a mille, il senegalese sembra proprio un altro: concentrato, reattivo e persino cattivo sotto porta. Spara missili, spara cartucce, spara. E colpisce tutti. Sembrerà un paradosso, ma la rabbia esplosa in questi mesi adesso è veleno in campo. Inzaghi, prima lo applaude, poi addirittura lo prova subito nel tridente titolare con Immobile e Felipe Anderson. Nessuna illusione, la speranza è reale per domenica. E non deve morire in un flash.
 
IL VIA LIBERA
Via libera dalla società all'allenatore, ma anche dallo spogliatoio: «Mister, a noi non interessa il singolo caso, conta la Lazio», il messaggio quasi unanime di un gruppo mai così saldo. Anche i senatori Lulic e Biglia dovranno farsene una ragione. Fondamentale l'intermediazione del dt Peruzzi, dopo il chiarimento col Balde giovane.
Si riparte da zero, via i malumori da Formello, volano abbracci pure in partitella. Parolo segna ed esulta manco fosse Tardelli in finale di Coppa del Mondo, è tripudio alla vittoria finale: Keita, Immobile, de Vrij e Felipe Anderson si stritolano di felicità. A Inzaghi ridono gli occhi e, per un attimo, pure la mente. Poco importa che in quattro giorni dovrà sciogliersi i dubbi sul tridente d'attacco, il futuro è sempre più biancoceleste. Il tecnico era rimasto colpito dal 3-4-3 con la Juve, la scorsa settimana aveva provato il 4-2-3-1 con Luis Alberto trequartista contro il Montemario, eppure aspettava solo Keita per rispolverare subito il suo fedele 4-3-3. Potrebbe anche partire Kishna, come con l'Atalanta dall'inizio, e poi essere sostituito dall'ex Barcellona. Potrebbe succedere il contrario. Tutto adesso è possibile, ma saranno fondamentali i prossimi allenamenti e altri segnali per prendere una decisione. Simoncino ha parlato chiaro al senegalese: nessuna garanzia sul posto, dovrà meritarselo giorno dopo giorno, seduta dopo seduta. Atteggiamento dopo atteggiamento giusto.

EPURATI
La pace va mantenuta, la fiducia riconquistata dopo il tradimento. La ferita è ancora aperta, ma il caso va chiuso prima affinché Keita possa correre a grande falcate verso il nirvana. Anche perché a Formello bisognerà pian piano risolvere altre questioni interne. La società nelle prossime ore dovrà chiarire cosa intenderà fare con tutti quei giocatori rimasti sul groppone al gong del 31 agosto. Morrison - mollato in extremis pure dal Nottingham e dal Newcastle - resterà comunque aggregato al gruppo della prima squadra. Rischiano invece di restare fuori rosa e d'allenarsi a parte con un preparatore (secondo le norme del contratto collettivo) Gonzalez (dopo aver rifiutato l'Atletico Paranaense), Minala, Tounkara. Ma anche Vinicius, nonostante i due giorni con Inzaghi per l'assenza di Lukaku ancora in Belgio. Per il brasiliano, Murgia e Leitner, ieri esercitazioni speciali sui cross. Tutti per Ciro. Già, perché tutti dovranno servire il nuovo leader biancoceleste, capocannoniere della serie A 2014, uno degli ultimi centravanti spendibili e credibili prodotto dal nostro calcio negli ultimi anni. Djordjevic ieri richiedeva un certificato, Immobile non ne ha bisogno. Il gol esce dal Dna.