Inzaghi, strada in salita: Lazio in ritardo sul piano del gioco e del carattere

Inzaghi, strada in salita: Lazio in ritardo sul piano del gioco e del carattere
di Daniele Magliocchetti
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Martedì 27 Settembre 2016, 09:33
Da coccolato per il noviziato a criticato. Eppure, la Lazio di Simone Inzaghi, tutto sommato, dopo sei gare occupa una buona posizione di classifica. Con dieci punti è quinta insieme alla corazzata Roma e al Milan dei cinesi, ma ancora non convince. Anzi, non entusiasma. A tratti annoia e preoccupa per la mancanza di organizzazione e soprattutto di carattere. Lotito però è soddisfatto e difende il suo allenatore, anche se i tifosi stanno cominciando a perdere la pazienza. A Verona con il Chievo (pari scialbo) e a San Siro contro il Milan (sconfitta) le due partite che rappresentano il particolare momento della formazione laziale. Due gare fondamentali, dove si doveva compiere il salto di qualità, ma nelle quali Immobile e soci hanno offerto una prestazione deludente e al di sotto delle attese.

IMPAURITA
La forte sensazione è che la squadra, alla quale non manca qualità, in questo avvio di stagione sia frenata, se non addirittura impaurita. Una peculiarità, pur piccola e con tutte le difficoltà del caso, che aveva la formazione presa in corsa da Inzaghino dopo Pioli. Sicuramente non è stata un'estate facile per Simone, approdato sulla panchina della Lazio dopo aver sfiorato quella della Salernitana, e soprattutto dopo la girandola di allenatori e il caso Bielsa. Lui si è comunque messo in gioco, ha osato perché crede ciecamente nel suo lavoro. Un dato però è indiscutibile: le differenze tra la Lazio di Inzaghi delle ultime sette gare della passata stagione e quella attuale.
 
Quello che salta subito all'occhio è la diversità di stare in campo della squadra, di approccio e di proporre gioco. E tutto non può essere riconducibile alla mancanza di Candreva o al 4-3-3. C'è altro che non collima. Inzaghi, affare Keita a parte, ha sicuramente il rispetto del gruppo, ma per quello che si vede sul terreno di gioco ancora non riesce a comunicare al meglio le sue idee di calcio che saranno ben diverse da quelle che si vedono ogni domenica. Almeno è quello che sperano la maggior parte dei tifosi perché altrimenti sarà un'altra stagione difficile. Da lui ci si aspetta qualcosa di più dell'aspettare, prendere palla e ripartire, come è successo a Bergamo e in parte con il Pescara, considerata l'enorme delusione per l'anno scorso e la grande voglia di riscatto che dovrebbe mostrare la Lazio ogni domenica. Nell'ultima partita con l'Empoli ha lasciato esterrefatti la differenza tra i due tempi: Lazio vogliosa e generosa nel primo, totalmente arrendevole e sconclusionata nel secondo.

INCOMPRENSIBILI
Il passaggio dal 4-3-3 al 3-5-2 è andato bene con la Juve, ma dopo ha lasciato un po' a desiderare, perché è apparso più improvvisato che frutto del lavoro di settimane. D'altronde in ritiro è stato provato sempre e solo il 4-3-3. Giocatori schierati in campo, ma messi lì più ad occupare uno spazio o una zona, senza dare la sensazione di far parte di una squadra compatta ed organizzata. Alcuni si impegnano, altri no. E quasi tutti danno la sensazione di non saper cosa fare quando si deve creare e imporre il proprio gioco. Capita a Felipe Anderson attualmente più preoccupato a rincorrere gli avversari che fare l'esatto contrario. E' successo ad Immobile con l'Empoli partire in avanti e non avere l'appoggio di più compagni per avviare uno schema o altro. E quello che preoccupa maggiormente è che schemi e trame di gioco a Formello vengono provate ogni giorno. È lo stesso Lulic a spiegarlo: «Prepariamo tutto in settimana, ma in partita non riusciamo a metterli in pratica». Di lavoro, insomma, c'è n'è tanto da fare e, probabilmente, alla fine qualcosa di buono verrà anche fuori, ma è altrettanto vero che il tempo scorre e bisogna agire in fretta.