Trentotto partite e 25 reti per il partenopeo, 32 in 51 gare per il Pipita. In totale stasera cinquantasette grinfie su un unico trofeo. Cinquantasette gol divisi per due col resto di zero in Coppa Italia. Tre centri a testa per Ciro e Higuain, c’è in ballo pure la classifica di capocannoniere, guidata da Dybala (a quota 4) al momento timoniere. Stasera all’Olimpico, statene certi, la bandiera argentina non nasconderà il marchio italico. E pensare che Immobile era dovuto emigrare per trovare le big (Dortmund e Siviglia) in cui provare a segnare, alla fine proprio la Juve - che con Marotta lo aveva in fretta scaricato - era convinta di avere ragione: «Ciro non è un campione». Occhio che in finale non sarebbe bello ritrovarsi la firma dell’ex sul groppone. Trentasei gol contro nove nell’anno precedente, su questo si basava l’iniziale giudizio differente.
NAPUL’E’
Ma Ciro ha rivisto il sole d’Italia ed è tornato un bomber lucente. Mai davvero affaticato, con nuove motivazioni e con l’amore dei laziali è ancora più indiavolato. Sogna la Coppa Italia, Higuain invece a fine anno sarà per la prima volta nel bel Paese iridato. E pensare che Immobile a Napoli quest’estate ci sarebbe di corsa tornato, l’argentino ha fatto le corna ai partenopei ed è scappato: «Capisco i tifosi arrabbiati - il pensiero di Ciro - ma da un punto di vista professionale capisco anche Gonzalo». Insomma nessun core ‘ngrato, nemmeno lui che dato per ‘morto’ da De Laurentiis a Roma è rinato. Adesso è il momento di dimostrare di non essere solo un laziale ‘nnammurato. Ciro vuole battere Higuain, in questo scontro del gol incrociato. Stasera il verdetto sarà decretato. Piede pronto a sparare, l’importare stavolta sarà mirare. E far centro nel cuore della Coppa. L’oro non si dividerà certo in due pesi equi, ma per lo meno scopriremo forse la differenza fra Ciro e lui.
© RIPRODUZIONE RISERVATA