Lazio, i tre zar di Inzaghi

Lazio, i tre zar di Inzaghi
di Alberto Abbate
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Giovedì 16 Novembre 2017, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 18:32
Milinkocrazia finalmente premiata, così Sergej ora è idolo anche in patria. Impossibile non guardare e riguardare il suo assist d’esterno con scavetto per Ljajic in Corea del Sud, dopo due partite la Serbia non se lo farà scappare più. Centosessantatré minuti in campo e un posto prenotato per il prossimo mondiale, adesso è davvero a mille il suo morale. E’ tornato ieri sera a Roma, stamattina è atteso a Formello in campo e dopodomani pomeriggio all’Olimpico. Perché non esiste più derby senza Milinkovic, anche se Inzaghi per un attimo aveva persino pensato al peggio. Il pensiero della sostituzione svanito in un istante perché la Lazio non può proprio fare a meno dell’ultimo incubo giallorosso. Dopo le fatiche d’Oriente, Sergej tra l’altro è riuscito pure ad anticipare il rientro: inizialmente, causa mancate coincidenze, doveva sbarcare a Roma soltanto domani, invece rieccolo in anticipo con fantastici ricordi fra le mani. Il flashback in fondo è recente, basta tornare al doppio confronto di Coppa Italia con la mente. Derby-vu: Sergej la sfiora appena in faccia alla Sud e due volte cadono le lacrime della Roma. Anzi tre, perché pure il 30 aprile in campionato Milinkovic ci mette lo zampino per Keita. Due assist e due gol in tre presenze: dopo Lulic al settantunesimo, è lui il nuovo peggior spauracchio della Roma nei precedenti. Se a Trigoria non lo ricordano, guardino l’esultanza di Milinkovic che si tocca l’aquila sul petto nell’ultima campagna abbonamenti. 

Le grinfie di Milinkovic su ogni sua stracittadina. Anzi, non solo i graffi nei numeri sorridenti, ma anche sulle maglie giallorosse ci sono le sue unghie e denti. Perché Sergej in questa sfida diventa fondamentale per malizia e carattere. Non conosce tensioni né preoccupazioni, piuttosto si esalta in queste grandi occasioni. E coinvolge tutta la Lazio a metterci piedi e rabbia. Chiedete a Nainggolan ancora stravolto, Milinkovic con fisico e spallate annienta ogni gabbia. Il resto della qualità stavolta sarà Luis Alberto a garantirla. Ieri era già in campo a Formello, ha l’entusiasmo del debuttante in questo gioioso ritornello: «Prontissimo per il derby», scrive su Instagram immortalandosi nello spogliatoio di Formello accanto a Lucas Leiva. La Spagna lo ha risparmiato per la seconda amichevole in Russia, nella prima aveva giocato appena 15’, ma ha appagato pienamente la sua voglia: «Ho realizzato un sogno, adesso punto a raggiungere il mondiale del 2018». Con queste prestazioni non c’è dubbio, ma prima l’ex Deportivo deve definitivamente conquistare Roma. Il curriculum in 12 giornate dice 5 assist e tre reti. 

Il nuovo destino di Luis Alberto era iniziato in quella Supercoppa decisa da una sgroppata diventata già terremoto a Trigoria. Trema ancora tutto quando passa Lukaku sulla fascia sinistra. Il trenino belga è il terzo biancoceleste ad aver prenotato un passaggio per la Russia a giugno, adesso vorrebbe correre ancora sul prato dell’Olimpico. Soltanto 9’ in Nazionale nel finale della seconda amichevole (decisa dal solito fratellone) contro il Giappone, dopodomani non sarà facile togliere a Lulic dall’inizio la fascia da capitano. Già in troppi a Formello provano a insediarlo come uomo-derby, ma Senad dopo il 26 maggio sarà sempre il sultano. 
 
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