Lazio, il pericolo viene da destra

Lazio, il pericolo viene da destra
di Emiliano Bernardini
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Lunedì 12 Febbraio 2018, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 10:55
L’idea di andare in ritiro per ritrovare la concentrazione è durato lo spazio di una manciata di minuti. Nello spogliatoio del San Paolo i volti scuri del ds Igli Tare e di Angero Peruzzi non lasciavano immaginare niente di buono. Dopo un primo confronto con i suoi ragazzi Simone Inzaghi ha deciso di evitare punizioni. L’idea però non è stata del tutto accantonata. Il tecnico si aspetta una reazione vera già giovedì in casa dello Steaua Bucarest nell’andata dei sedicesimi di Europa League. Ieri nuovo confronto con la squadra. Il blackout nel secondo tempo contro il Napoli lo ha lasciato spiazzato. Non riesce a spiegarsi come mai la Lazio abbia staccato la spina improvvisamente. «Non c’erano segnali» ripete come un mantra. Nella sua testa in realtà una spia si è accesa: questione di condizione fisica. A domanda precisa nega fino alla morte ma la realtà parla di una squadra che nelle ultime tre sconfitte ha palesato un’involuzione della tenuta del campo.

QUATTORDICI TERZETTI
Basti pensare che nella gara di sabato i biancocelesti hanno fatto segnare il record negativo del 33% del possesso palla con un crollo fino al 13% nell’ultimo quarto d’ora di gara. Ma c’è un altro dato che deve far riflettere: i gol subiti. Sono 33 in 24 partite. Un’infinità. Basti pensare che i biancocelesti, delle prime dodici squadre della classifica ha fatto meglio soltanto dell’Udinese che ne ha subita una in più. Senza difesa la Lazio di Inzaghi che deve correre ai ripari il prima possibile. Eppure in questa stagione le ha provate tutte. Tra cambi obbligati e scelte tattiche il tecnico biancoceleste ha schierato 14 terzetti difensivi differenti in queste prima 24 partite. Quello che ha giocato più volte, tredici, è quello composto da Bastos, de Vrij e Radu. Curioso che i tre fossero in campo in quattro delle sei sconfitte subite dai laziali. Andando ad analizzare ancor più nel dettaglio si nota che è la corsia di destra il tallone d’Achille della squadra d’Inzaghi. Molti dei gol subiti in questa stagione sono arrivati proprio da quel lato, anche quando la Lazio ha poi vinto la partita. Sotto accusa Wallace e Bastos che di strafalcioni ne hanno commessi parecchio. In almeno 7 occasione c’è un loro errore all’origine della rete subita. Con il Napoli è il brasiliano a toppare, così come contro la Spal. L’angolano è responsabile, invece, dei gol subiti contro il Chievo, l’Atalanta, la Sampdoria e nel derby contro la Roma. Ma chiunque giochi a destra sembra preda di una sorta di maledizione. E così Patric entra contro il Genoa e si fa infilare da Laxalt.
SQUADRA E NON SINGOLI
Andando ancor più nel dettaglio è quando gioca Marusic che sulla destra la Lazio soffre maggiormente.
Chiaro che il montenegrino sia più portato ad attaccare che a difendere. Non è un caso che la miglior partita Bastos l’abbia giocata quando davanti a lui aveva Basta: il successo in coppa Italia contro la Fiorentina del 26 dicembre. Inzaghi e il suo vice Farris studiano possibili mossa per arginare la situazione. Da capire perché Caceres, arrivato a gennaio proprio per coprire la falla, abbia giocato così poco. Questione di equilibri dicono. Lo spogliatoio resta unito e lo scricchiolio provocato dai malumori di Anderson non ha turbato più di tanto. Lo hanno fatto molto di più le tre sconfitte di file. C’è bisogno di un cambio di rotta immediato e come hanno detto in coro Inzaghi e Parolo: «La Lazio deve tornare a giocare da squadra». Si vince e si perde tutti insieme. Pensare il contrario è una follia.
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