Lazio, Ciro Immobile a Palermo per fare dieci

Immobile
di Alberto Abbate
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Sabato 26 Novembre 2016, 12:42 - Ultimo aggiornamento: 1 Dicembre, 21:40

Nessuno è sazio. Trasferta vietata, appuntamento alle 15 a Fiumicino per caricare ancora la Lazio. Poi tutti a casa a fissare lo schermo, la storia può ripetersi domani a Palermo. Nella terra delle doppiette dei bomber biancocelesti (da Rocchi a Klose), figuriamoci se Immobile non fiuta la doppia cifra. A digiuno domenica col Genoa solo per lo scippo del rigore di capitan Biglia. Nessuna invidia, nessuna gelosia, ma adesso Ciro ha una certa frenesia. D'aggiornare il tabellino da autentico cecchino. E' a quota nove gol, meno uno dalla vetta dei cannonieri. Icardi, Dzeko e Belotti, sotto porta è il momento di tornare a fare i botti. Più di 25 giorni con la sosta, due giornate in A senza segnare, a Ciro sembra quasi di non respirare. Invece sbircia rosanero e quasi non gli pare vero.

 

L'anno scorso anche Immobile realizzò al Barbera una doppietta: era il 14 febbraio, Ciro era appena tornato a Torino dal lungo girovagare fra Dortmund e Siviglia, s'era sbloccato solo su rigore. Ancora penalty, poi la volata e il siluro fra la traversa e Sorrentino per specchiarsi su Mondello con una giocata di fino. In Sicilia tornò dunque la firma d'autore, da allora non s'è più spento in questo 2016 il motore. Se a Palermo nacque dunque la Lazio d'Inzaghi, Immobile resuscitò. A 26 anni, raffica di gol e zero malanni.

SCUDETTO
Ha fame, Ciro, come non mai. La parmigiana la prepara mammà. Domani a pranzo, dategli la rete, per carità. Ben accetti invece i cioccolatini di Keita, con lui e Anderson li chiamavano trinità. Ma è in particolare la coppia col Balde giovane a richiamare la mente dei nostalgici a due bomber fantastici. Nell'anno del tricolore il tandem Boksic-Salas era ancora a 7 centri a questo punto del campionato. Alla tredicesima giornata invece Immobile e Keita li hanno quasi doppiati a quota 13 insieme. Esattamente la metà dell'intero bottino (26 gol) biancoceleste. E, se segnassero ancora a Palermo e nel derby, potrebbero regalare anche a Inzaghi la corona del maestro Eriksson: mancano appena sei punti a Simoncino per agguantare lo svedese a quota 31 lunghezze alla quindicesima giornata del secondo scudetto della Lazio. Oggi la Juve è con due gare d'anticipo a trentatré, ma capitan Biglia vuole almeno tornare viceré: «Sappiamo dove abbiamo sbagliato l'anno scorso, non ripeteremo gli errori. E adesso vogliamo migliorare ancora la nostra classifica e riportare la Lazio dove merita».

CORSI E RICORSI
La cima non è il traguardo, ma sotto la vecchia Signora la Lazio ci può stare ancora. E pensare che proprio a Palermo nel 2010 i biancocelesti erano sopra tutti. In quell'autunno il vecchio zio Edy sbancava il Barbera con una semirovesciata a sorpresa di Dias. Adesso che persino i difensori d'Inzaghi (già tre centri, l'anno scorso uno) sono tornati a vedere la porta, c'è davvero da sperare. Anche perché, ironia del destino, quella gara al Sud si giocò proprio alle 12.30 nell'ultima domenica di novembre. Il mese in cui Ciro non ha ancora segnato, Italia a parte. Magari Biglia gli lascerà il rigore stavolta o nel derby. Ma quello si gioca il 4 dicembre: «Adesso dobbiamo pensare solo al Palermo e prendere i tre punti. Guai avere la testa alla Roma». Pensiero esposto da Inzaghi e diffuso da Biglia: «E' lui che ci trasmette la voglia d'allenarci sempre al massimo». E chissà, caro Lucas, di rimanere pure a Roma, senza un rinnovo (appuntamento il prossimo mese) sempre in coma.