Lazio, contro la Juve è un viaggio ad alta quota

Lazio, contro la Juve è un viaggio ad alta quota
di Emiliano Bernardini
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Sabato 14 Ottobre 2017, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 17:09
C’è un’aria particolare dalle parti di Torino. Una sorta di quiete, ma solo apparente. Eh già perché si percepisce perfettamente che mai come stavolta il risultato non è affatto scontato. La Lazio viaggia ad alti livelli e ormai è una realtà concreta del campionato. Una squadra che comincia a fare paura a tutti. Lo sa il Milan, che ne ha presi 4 all’Olimpico, e lo sa benissimo anche la Juventus a cui brucia ancora, e tanto, la sconfitta in finale di Supercoppa. I biancocelesti vengono dal roboante successo contro il Sassuolo. I bianconeri devono cancellare le critiche e le polemiche seguite al pareggio contro l’Atalanta.
TABÙ E ANTIDOTI
Inzaghi e i suoi arrivano all’Allianz Stadium per testare la loro reale crescita. Nessun esame di maturità, piuttosto un test per prendere consapevolezza di se stessi. Un risultato positivo contro una squadra che ha vinto gli ultimi sei scudetti di fila apre scenari importanti sia dal punto di vista della classifica sia da quello mentale. C’è però da sfatare un tabù che non vede la Lazio vincere a Torino contro la Vecchia Signora dal 2002. Era il 15 dicembre e Fiore e Corradi mandarono ko i bianconeri. Quindici lunghi anni senza vittorie. Se poi ci si aggiunge l’incredibile striscia di successi allo Stadium allora l’impresa diventa quasi impossibile. Eh già, quasi. Perché la Lazio, quest’anno, ha dato più volte prova di aver trovato l’antidoto ai tabù. Ne ha già sfatati diversi da inizio campionato. Ma Inzaghi sa benissimo che molto dipenderà dalla Lazio. Lo scorso anno l’approccio fu pessimo e la gara finì prima ancora di iniziare: «Dipende sempre da noi. Il divario c’è e ci sarà sempre, la Juve è costruita in un determinato modo, se arriva seconda vuol dire che ha fallito l’anno. In Supercoppa abbiamo fatto una partita di un’intensità unica. Siamo stati bravi nell’approccio, nel non mollare, abbiamo meritato di vincere. Dovremo fare un’altra partita al di sopra delle righe».
INTENSITÀ E UMILTÀ
Inzaghi è un tecnico preparato e furbo e per questo ha istruito bene i suoi: «Dovremo avere una grandissima umiltà e furore agonistico. Servirà una partita di corsa e determinazione, troveremo una Juve arrabbiata». È proprio questo il sentimento che pervade l’animo dei bianconeri. «Dobbiamo fare un salto importante, di qualità per essere competitivi in tutta la stagione. Dobbiamo annullare quei momenti in cui smettiamo di giocare. A volte abbiamo smesso di difendere. E quando siamo in balia degli eventi è tutto complicato. Per noi sarà un anno molto più difficile della scorsa stagione», ha sottolineato Allegri. Max contro Simone, un duello tra un tecnico affermato e vincente e uno che di fronte ha un futuro da vincente. Non è un caso che la Vecchia Signora lo stia corteggiando. Inzaghi ringrazia, «fa piacere riceve attestati di stima», ma nei suoi occhi ora c’è solo la Lazio. Un motivo in più per vincere allo Stadium. Parlare di scudetto è esagerato, ma la Champions è un obiettivo concreto. Questo pomeriggio sarà decisiva la difesa, a cui saranno chiesti gli straordinari. Mandzukic e Douglas Costa (Dybala verso la panchina per infoltire il centrocampo) non hanno bisogno di presentazioni e Higuain, come sottolineato da Allegri, «è motivato e farà un mese alla grande». Ecco perché il recupero di Bastos è stato fondamentale. Le scalate e le diagonali dei quinti di centrocampo saranno decisive così come non bisognerà farsi rubare palla perché la Juve è bravissima a giocare in questo modo. Lasciar sfogare la Vecchia Signora e punirla in contropiede è invece l’arma della Lazio. Inzaghi è stato chiaro: intensità e umiltà sono le due strade che conducono all’alloro dei vincitori. 
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