Sinistro-destro, Keita vince per ko tecnico

Sinistro-destro, Keita vince per ko tecnico
di Emiliano Bernardini
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Lunedì 1 Maggio 2017, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 12:40
 È l’asso pigliatutto che Inzaghi cala dal primo minuto. «Quando entra a gara in corso, è meglio», «E’ un giocatore che va a strappi», Keita invece zittisce tutti. Parte titolare e annienta la Roma. Sinistro-destro e giallorossi al tappeto. Balde è un’ira di Dio, impossibile fermarlo quando sta così. Nelle scorse settimane Inzaghi lo aveva visto carico e così ha mollato le redini ed il senegalese ha incendiato il campo con le sue fiammate micidiali. Cinque reti in due partite. Tre domenica scorsa al Palermo, ieri due ai giallorossi. L’ultimo ad aver siglato una doppietta in un derby fu Mancini nel novembre del 1998. Balde non sbaglia praticamente nulla nella sua partita, tocca 35 palloni, tira 5 volte verso la porta, due nello specchio ed entrambi in rete. Ha voglia di dimostrare a tutti il suo valore e lo fa spavaldo, alla sua maniera. Testa alta, dribbling e linguaccia ai critici. Non è un caso che Inzaghi abbia fatto di tutto per trattenerlo questa estate e per farlo riaccettare dallo spogliatoio dopo le bizze per il contratto.
LINGUACCIA E TESTA ALTA
La firma ancora non c’è e chi sa se ci sarà. Per il momento bastano le due sigle su un derby che resterà nella storia per tanti motivi e quella frase sussurrata a fine gara sotto la Curva Nord: «Questa è la mia maglia». Lo stop last minute di Immobile, fermato nella notte da un virus intestinale, poteva sconvolgere i piani di Inzaghi. Ma nonostante l’assenza del centravanti, Simone punta su una squadra corta dietro e pronta a ripartire con Keita. Passano appena 13 minuti e Balde è già il protagonista assoluto: lancio di Milinkovic al limite per il senegalese, che evita con un dribbling a rientrare Fazio e calcia di sinistro: rasoterra che passa sotto le gambe di Emerson e s’infila alla sinistra di Szczesny, apparso leggermente in ritardo. Corre Keita con la sua linguaccia da monello. Passa davanti alla panchina della Roma e poi si ferma davanti alla tribuna Monte Mario. Se fosse un saluto a qualche amico o a qualche nemico non è dato saperlo. Ma al ragazzino oggi gli si perdona un po’ tutto. Ha voglia di mangiarsi gli avversari e di dire la sua dopo tanti silenzi. Anche a costo di essere un po’ egoista in qualche occasione. Ma come detto, Inzaghi si veste da papà generoso e fa finta di non vedere. È il suo asso pigliatutto e va bene così. Non sbaglia praticamente nulla, 90,5% di accuratezza nei passaggi e soprattutto velocità supersonica quando parte in contropiede. Il tachimetro segna 32 km/h, roba da ritiro della patente in campo.
NUOVO INCUBO
Da niente a tutto. Keita prima di ieri non aveva mai segnato nel derby di campionato. Ha voluto esagerare. Ha aperto col sinistro e poi con un tiretto di destro ha chiuso i conti prima del tempo. Ko tecnico e tutti a casa. Lulic, il veterano, gli regala la copertina. Senad decide di servirlo dentro l’area, anziché tirare in porta. Anche il bosniaco a perdonato il bizzoso numero 14 biancoceleste. Rete numero 13 in questo campionato, tre in più rispetto al totale segnato nei primi tre campionati con la maglia della Lazio (5 nel 2013-14, 1 l’anno successivo e 4 nella scorsa stagione). Un bottino che fa capire quanto sia maturato Keita in campo. Senza dubbio la sua migliore prestazione da quando è in prima squadra. Balde quest’estate voleva cambiare aria, ma alla fine è rimasto in biancoceleste. Addirittura c’era un piano dell’ex ds giallorosso Sabatini per portarlo alla Roma. Dopo essersi presentato in ritardo nel ritiro pre-campionato è arrivato puntuale all’appuntamento più importante della stagione: il derby. Nemmeno la cresta alta è più un problema. Il suo procuratore Roberto Calenda non si lascia sfuggire l’occasione per celebrare il suo ragazzo: «Chiuso per inventario. Finiti gli aggettivi per un giocatore spaziale. Ah dimenticavo: non è decisivo quando parte titolare», cinguetta baldanzoso. Da Milinkovic a Keita l’incubo resta, ma cambia nome. Il senegalese infrange anche il tabù delle stracittadine in campionato: era dall’11 novembre 2012 che la Lazio non batteva la Roma. I biancocelesti tornano a vincere dopo 5 sconfitte e 3 pareggi. E la vittoria è griffata Keita Balde Diao.
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