Keita, un gol e un rosso ingiusto per dire addio alla Lazio

Foto MANCINI
di Alberto Abbate
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Lunedì 22 Maggio 2017, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 12:57
Non c’è niente Di Bello. Gli avete rovinato la festa. Keita segna e forse saluta così la Lazio. Non c’è simulazione, non c’è doppio giallo, stavolta è tutta con lui la squadra. Pacche sulle spalle, aveva fatto il suo dovere Balde. Trasformato dagli undici metri l’ottava rete nelle ultime 5 partite. Meglio di Messi (6), per intenderci. Solo che questo scugnizzo, al Barcellona la Lazio l’ha strappato per 300mila noccioline. E poi lui non si sente mica una “pulce”, piuttosto alza la cresta come Cr7. E tutti pensano che sia ancora impertinente. Invece no, Keita è maturato, ma adesso Inzaghi rischia di non potersi godere più il suo frutto più prelibato. Finita la stagione, il senegalese salterà Crotone. E chissà se ad Auronzo sarà ancora nel plotone. 

TRATTATIVE
Volete Keita? Dateci Pjaca. Primi approcci fra Juve e Lotito per il senegalese: i bianconeri giocano al ribasso sul prezzo, il presidente biancoceleste chiede lo scambio con il croato fermo ai box dai sei mesi dopo il crack del crociato del ginocchio destro e pretende persino un conguaglio. Una provocazione? No, la Lazio parte addirittura da una valutazione di 30 milioni per la Juve. Forse perché preferirebbe cedere l’esterno eventualmente al Milan, in fila con 20 milioni, sebbene il Balde giovane abbia indicato la destinazione bianconera come più gradita.

 

Il rischio rimane quello di perderlo a parametro zero fra un anno, quando la Juve sarebbe comunque pronta ad accoglierlo con lauti ingaggi. Al massimo a Formello gli offriranno 1,5 milioni per prolungare e restare o vireranno su Gomez. Ironia del destino, persino alternativa rossonera a Keita. 

COPPIA
Che peccato rovinare questa tradizione. Di padri in figli. Di bomber in bomber: Casiraghi e Signori passano il testimone a Immobile e Keita. Trentotto gol come loro, trentotto perle per la storia. Sono la coppia più bella del mondo biancoceleste: ventidue reti uno, sedici l’altro. Al volo, di sinistro, di destro o dal dischetto, impossibile oggi trovare un difetto. Ciro si blocca sulla traversa e lascia ancora a Balde l’opportunità di segnare su rigore, anche questo è un bellissimo gesto d’amore. In fondo Keita, dopo una manciata di minuti, se l’era conquistato il penalty (intervento scomposto di Murillo), in fondo per Keita potrebbe essere l’ultima volta. A meno che quest’ennesima dichiarazione del diesse Tare non venga colta: «Per restare ci sono due parti, società e giocatore, che devono andare avanti d’accordo, come in un matrimonio». E allora perché interrompere ora questa storia e mandare tutti al manicomio?
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