Lazio, la Spagna di Luis Alberto. E Immobile preoccupa Ventura

Lazio, la Spagna di Luis Alberto. E Immobile preoccupa Ventura
di Alberto Abbate
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Sabato 4 Novembre 2017, 10:00
Olè, Luis Alberto c’è. Era arrivata già una pre-convocazione dalla Nazionale, adesso c’è la chiamata della consacrazione per il trequartista laziale. Al settimo cielo su Instragram: «Sono felice di realizzare il mio grande sogno. Un traguardo raggiunto grazie ai passi compiuti nella mia carriera. Ringrazio i miei compagni e la Lazio, perché senza di loro questo momento non sarebbe arrivato». La Spagna dei mostri sacri accoglie il mago dell’incantesimo biancoceleste. Magie su magie, in questa prima parte di stagione, certi numeri non potevano sfuggire alla compagine campione del mondo: 7 assist, 3 gol, più di 30 occasioni create, più verticalizzazioni di tutti in Serie A, 2,2 dribbling a partita, 1,8 corner centrati, 2,8 passaggi chiave. In pratica c’è il suo motore in ognuna delle 14 vittorie (su 16) di questa nave. Chi l’avrebbe mai detto che Luis Alberto potesse essere davvero il trascinatore. Forse solo il diesse Tare. Ci credeva l’anno scorso, adesso giustamente incassa i complimenti e Inzaghi in campo il frutto del suo lavoro. E pensare che ad agosto in Supercoppa lo spagnolo si era ritrovato titolare nell’emergenza: «E alla fine ogni sforzo ha la sua ricompensa», commenta la moglie Patricia, sempre al suo fianco e in attesa del secondogenito. Per l’agente Torres aveva un credito: «Se lo è davvero meritato per il livello e la qualità di gioco che ha espresso in questi mesi». L’anno scorso l’ex Liverpool aveva addirittura pensato d’appendere gli scarpini al chiodo, a 25 anni si ritrova ad esultare in questo modo. L’obiettivo ora è Russia 2018, intanto il ct Lopetegui lo inserisce nella lista per le amichevoli contro Costa Rica e Russia. La prima si giocherà l’11 novembre nella penisola iberica, la seconda il 14 in terra sovietica.

LA STORIA
Chissà come la Spagna lo impiegherà, ormai Luis Alberto può tutto. Non è retorica, è storia: regista, mezz’ala, fantasista o seconda punta. Altro che “vice-Candreva”, la metamorfosi del tuttocampista è compiuta. Era solo una questione di testa, ovunque giochi oggi lo spagnolo mette la sesta. Il turbo inserito anche grazie al suo mental coach, Juan Campillo, che l’ha ripreso in tempo: «Era spaesato, insoddisfatto. Poi è cambiato tutto». Merito di una maglia conquistata con fatica, da agosto Inzaghi gliela infila a raffica. Ora comanda lui, Re Luis: non solo la Lazio  ai suoi piedi. Torna in patria per convincere il resto del mondo col suo ciuffo biondo: «Bravo hermano», dicono tutti a Formello, ma – nonostante la gioia condivisa – Inzaghi spera di non dover tirar fuori l’ombrello. Un’altra prima convocazione dopo quella della Serbia per Milinkovic, proprio in questa sosta pre-derby, mette un po’ d’ansia. Per questo domenica Simone penserà prima alla propria causa.

CIRO IN DUBBIO PER L’UDINESE
Ma l’ansia per Inzaghi e per Ventura arriva da Immobile che ieri sera, dopo l’allenamento sentiva un forte delore al retto femorale. E’ in forte dubbio per la sfida della Lazio contro l’Udinese e a rischio anche per il palyoff dell’Italia con la Svezia. E pensare che ct Ventura gli aveva chiesto di risparmiarsi proprio in vista degli spareggi. Tra l’altro non sta bene nemmeno Caicedo: sospetta lesione muscolare. A centrocampo rientreranno Lulic e Parolo, in difesa Bastos e de Vrij. Tornerà stavolta almeno fra i convocati, Basta, e magari pure in campo prima della sosta. Da ieri pure  Wallace e Felipe corrono finalmente in gruppo, ma torneranno entrambi direttamente nel derby. Infermeria adiòs.
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